Italia da oggi tutta in zona bianca, e si dice addio al sistema della classificazione dei colori delle regioni per via del Covid. Dal primo aprile il Paese non sarà più in emergenza sanitaria. Ma il ministro Roberto speranza fa sapere che è ancora da valutare la possibilità di togliere le mascherine al chiuso. “Teniamo una linea di prudenza”, spiega il ministro della Salute. “Sarebbe fuori dalla storia gestire la pandemia come un anno fa, ma ci vuole cautela e fiducia. La pandemia non è finita”, aggiunge. E sulla quarta dose di vaccino sono previste “verifiche se e in che periodo farla”.
Intanto non è solo virus Covid. Con 282 mila casi registrati la scorsa settimana, continua la risalita della curva dell’influenza che ha raggiunto un’incidenza pari a 4,76 casi per mille abitanti. E’ ai massimi dall’inizio della stagione
anche il numero di campioni positivi per virus influenzali, che supera il 30%. Sono questi i dati salienti dell’ultimo rapporto del sistema di sorveglianza InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità. Il rapporto fotografa una stagione influenzale anomala: dopo un calo consistente dei casi iniziato nella terza settimana dell’anno, dall’inizio di marzo si è osservata una ripresa dei nuovi casi di sindromi simil-influenzali che, al momento, non sembra arrestarsi. Fino a oggi sono complessivamente 5 milioni gli italiani messi a letto dall’influenza. La ripresa dei contagi, come avvenuto dall’inizio della stagione, è trainata dai bambini con meno di 5 anni. Salvo che in Basilicata e Sardegna, i casi di sindromi simil-influenzali sono in risalita in tutto il Paese.
Dalla sua pagina Facebook, l’epidemiologo ed ex assessore alla Salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, esorta a non abbassare la guardia sui virus diversi dal Covid. “La pandemia non li ha mandati in ferie”, scrive. “Vorrei ricordare che due anni di pandemia non hanno mandato in soffitta le altre malattie, anzi a molte hanno dato forza”. Il docente di Igiene della Facoltà di Medicina dell’Università del Salento, parla in particolar modo del morbillo. “In questi due anni sono moltissimi i bambini e gli adolescenti – sostiene il professore – che hanno mancato o fortemente ritardato il loro appuntamento con le vaccinazioni. Ci sono malattie, e il morbillo è la prima fra queste, che non fanno sconti. Appena si crea una minima falla nella immunità di comunità il virus ci si infila e dilaga”. Lopalco ricorda come l’emergenza sanitaria legata al Covid abbia avuto forti ripercussioni sulle normali attivita’ ospedaliere e ambulatoriali. “L’intasamento delle strutture sanitarie legato alla pandemia – rileva l’epidemiologo pugliese – ha infatti rallentato tutte le attivita’ sanitarie e a soffrirne di più sono state quelle di prevenzione. Primo perché ritenute meno ‘urgenti’, poi perche’ i dipartimenti di prevenzione sono state fra le strutture maggiormente sovraccaricate dalla pandemia, fra contact tracing e vaccinazione”.
Stefania Losito