“Per riaprire le scuole è necessario attivare in ogni comune un centro per fare i tamponi ai casi sospetti tra gli studenti e il personale scolastico, una proposta da noi fatta due mesi fa”. Così in una intervista a Radionorba, il vice presidente dei pediatri italiani, Luigi Nigri, commenta l’annuncio dell’assessore alla sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco, di un piano screening per riaprire le scuole a gennaio, dopo le festività natalizie. “ L’unico piano efficace, e torno alla proposta da noi fatta due mesi fa , è quella – spiega Nigri a Radionorba – di aprire su base comunale un centro dedicato agli studenti dove si puo’ andare direttamente, inviati dal pediatra o anche dalla scuola in caso di sintomi covid anche molto sfumati, per avere il risultato di un tampone non dico in tempo reale ma nel giro di qualche ora”. In questo modo, sottolinea Nigri – “i negativi potrebbero rientrare in classe e soprattutto potrebbero essere serenamente visitati negli studi dei pediatri dove i casi sospetti non possono entrare: faccio un esempio: un bambino ha febbre , febbre e tosse , per sapere se è covid o no dobbiamo fare il tampone , se il bambino riesce in giornata a fare il tampone e viene fuori che è covid positivo va a casa e si applicano tutte le misure previste, se il bambino non è covid positivo cura due tre quattro giorni, il tempo che serve per la patologia e potrà essere visitato dal pediatra anche nel suo studio: dopo qualche giorno rientrerà a scuola , questo consentirà ai bambini di stare in sicurezza, ai compagni di classe di limitare i rischi, perché la certezza non l’abbiamo, e soprattutto ai pediatri di poter fare il loro lavoro perché come da indicazioni precise se un bambino è sospetto covid nei nostri studi non puo’ entrare perché sarebbe uno strumento di diffusione favoloso”. Luigi Nigri, vice presidente dei pediatri italiani e presidente di quelli pugliesi, spiega le ragioni del mancato avvio operativo di quanto previsto dall’accordo tra Regione Puglia e medici di base sulla possibilità di fare tamponi negli studi medici: “L’accordo tra Regione Puglia e medici si è arenato perché la condizione per far partire questo meccanismo, tamponi tracciamento isolamento quarantena, è legato dalla messa a punto di un super software da parte della Regione, strumento che ancora non c’è”. Si tratta di un programma informatico – spiega Nigri a Radionorba – “dove il medico si collega per richiedere il tampone, per vedere i risultati, per registrare le misure prescrittive: se la Regione non ci consegna questo software che è il cuore di tutto l’accordo non possiamo partire, se continuiamo con il sistema della mail, letta non letta, con tampone dopo 10 giorni, noi siamo lenti e i risultati si vedono nei numeri dei contagiati, nei numerosi casi di disagio nel settore produttivo e negli ospedali”.
Maurizio Angelillo