
Non si ferma l’escalation militare tra Israele e Iran. Dopo gli attacchi condotti ieri dall’esercito israeliano alla sede della televisione di Stato iraniana a Teheran, che hanno provocato tre morti e diversi feriti, questa mattina missili ed esplosioni sono state registrate sul territorio israeliano dopo l’allarme aereo inviato dal governo. Un missile ha colpito la città di Herzliya, pochi chilometri a nord di Tel Aviv, nel cui centro si sono verificate forti esplosioni, così come a Gerusalemme.
Intanto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, non esclude di uccidere la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Khamenei. “Eliminarlo porrà fine al conflitto, non lo aggraverà”, ha dichiarato in un’intervista all’emittente Abc, aggiungendo che “Israele ha il pieno controllo dei cieli su Teheran”. Il governo iraniano, invece, avrebbe fatto sapere, tramite intermediari arabi, di essere disponibile a porre fine alle ostilità e far ripartire i colloqui sul nucleare, a patto che gli Stati Uniti restino fuori dal conflitto. A riferirlo è il ‘Wall Street Journal’, mentre, secondo la Cnn, Donald Trump ha ordinato ai componenti del suo team di tentare un incontro con i funzionari iraniani il più rapidamente possibile. Il presidente americano, a quanto si apprende, vuole verificare le intenzioni di Teheran. Fonti iraniane ostili al governo hanno invece rilanciato ieri l’ipotesi secondo cui lo staff dell’ayatollah Khamenei sarebbe “in trattative con le autorità russe per un’evacuazione con le famiglie, in caso di necessità”. Le stesse fonti, nella giornata di domenica, avevano riportato la notizia secondo cui Khamenei sarebbe con i familiari in un bunker a Teheran.
Vincenzo Murgolo