Gli interessi della Russia non sono negoziabili. Così il presidente della Russia, Vladimir Putin, che però si dice “aperto al dialogo” e parla di possibili “soluzioni diplomatiche”. L’Ucraina annuncia la mobilitazione dei riservisti e chiede ai suoi connazionali di lasciare “immediatamente” la Russia. Il Pentagono conferma intanto l’invio nei paesi baltici di 800 uomini dall’Italia, nonché otto F35 e 20 elicotteri da attacco Apache dalla Germania, mentre altri 12 elicotteri dello stesso tipo saranno spostati dalla Grecia in Polonia. Nel dibattito entra anche Papa Francesco, che chiede che le parti coinvolte “si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, screditando il diritto internazionale”. “Vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno – ha detto il pontefice – Invito tutti a farle dunque il 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti, perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.
Si moltiplicano, intanto, le sanzioni contro la Russia. Dopo Usa, Regno Unito e Germania, anche Canada e Giappone hanno adottato restrizioni nei confronti di Mosca. La Cina chiede di percorrere la strada del dialogo e si oppone alle misure restrittive, “sarebbe gettare benzina sul fuoco”. Il segretario dell’Onu Guterres avverte il Cremlino che “i principi della Carta Onu non sono un menu a la carte. Non possono essere applicati selettivamente. Gli Stati membri devono applicarli tutti”.
Intanto schizza il prezzo del gas: ad Amsterdam raggiunge gli 83,5 euro MWh (+4,34%), a Londra oltrepassa i 200 penny (+5,8%) per unità termica (equivalente a 28,26 metri cubi).
Stefania Losito