L’ex batterista dei Nirvana si racconta nel libro “The Storyteller”
Dopo la morte di Kurt Cobain Dave Grohl pensò di abbandonare la musica. A rivelarlo è lo stesso Grohl, ex batterista dei Nirvana e fondatore e frontman dei Foo Fighters nel sua autobiografia “The Storyteller – Tales of Life and Musi”’, pubblicata da HarperCollins.
Intervistato dalla CNN, Grohl ha detto ha deciso di dedicare l’ultimo capitolo del libro a Cobain, morto suicida nel 1994, proprio perché sapeva che sarebbe stato difficile scriverlo.
“Il libro – ha spiegato – è scritto sotto forma di brevi racconti, sguardi sulla mia vita in momenti diversi. Sapevo che quella (in riferimento alla morte di Cobain) sarebbe stata una parte importante della storia e immaginavo anche ciò che le persone avrebbero voluto che scrivessi. Invece ho voluto scrivere della perdita, del lutto, di cosa significa superare il dolore, un processo diverso per ognuno di noi”. Grohl ha raccontato di aver affrontato lì argomento nell’ultima parte del libro perché aveva paura di esporsi. Per potersi concentrare sul racconto, si è rinchiuso in una stanza e si è lasciato andare. “Ho sempre avuto a che fare con la musica, ho iniziato a suonare a dieci anni – continua – e per me ha sempre significato vita, gioia, celebrazione. Quando all’improvviso Kurt è morto e i Nirvana finirono mi sembrò l’opposto. Mi sentii ferito, non riuscivo più ad ascoltare la radio, misi da parte gli strumenti e non sapevo se avrei più ripreso a suonare. Non sapevo cosa fare così decisi di fare un viaggio introspettivo”. Grohl andò poi in Irlanda, nel Kerry, e mentre guidava lungo la Ring of Kerry, un tratto di strada celebre per gli splendidi paesaggi, vide un autostoppista. “Mentre mi avvicinavo – ricorda – notai che aveva una maglietta con Kurt Cobain. In quel momento fu come rivedere Kurt e decisi anche che era il momento di tornare e di iprendere a suonare perché era ciò che mi avrebbe salvato la vita”.
Angela Tangorra