Le associazioni di categoria del settore musicale hanno espresso tutto il loro disappunto per l’assenza di interventi specifici come quelli che sono stati riservati a cinema ed editoria.
Il Decreto Rilancio prevede misure per il settore cultura in particolare al capitolo riguardante il “Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali” (con una dotazione di 210 milioni di euro), si specifica che tale fondo e’ destinato alla filiera dell’editoria, alle librerie, ai musei e ad altri
istituti e luoghi della cultura. Nessuna menzione all’industria musicale, contrariamente a quanto riferito dal Ministro Franceschini durante una recente audizione in sede parlamentare.
“L’industria discografica e gli editori musicali sono una rilevante componente del settore e svolgono un lavoro fondamentale di ricerca e sviluppo di nuovi artisti – sostengono Anem, Afi, Fem, Fimi, Pmi -. Il Governo e’ intervenuto per tutelare il settore del live, gravemente danneggiato dal lockdown, ma si e’ completamente dimenticato dell’industria che produce i contenuti, senza i quali non vi sarebbe nemmeno l’attivita’ concertistica. Etichette indipendenti e piccoli editori rischiano la chiusura dell’attivita’ in pochi mesi senza interventi di salvaguardia. I negozi di dischi rischiano la
sparizione in poche settimane”.
In una nota le associazioni di categoria si augurano “che si tratti solo di una svista e che venga sanata in Parlamento. Il settore nel corso degli ultimi due mesi ha visto cali di fatturato intorno al 70% nelle vendite di dischi, e cali anche superiori negli incassi di diritti d’autore e connessi. E’ inaccettabile che ci si possa dimenticare di questa area fondamentale per la produzione culturale del Paese”.
Angela Tangorra