
E’ stato bloccato dopo un inseguimento a piedi dai carabinieri, in piazza della Croce Rossa a Roma, con i vestiti sporchi probabilmente di sangue, l’ex compagno della donna uccisa a Foggia. Il cittadino marocchino è gravemente indiziato di avere accoltellato a morte la sua ex, la 46enne marocchina Hayat Fatimi, nella notte, nel capoluogo dauno. Gli indumenti saranno sequestrati per i successivi esami. E’ in stato di fermo.
Alla base del delitto ci sarebbe una relazione durata pochi mesi e trasformatasi in un incubo. Secondo le prime ricostruzioni la donna lavorava come cuoca in un ristorante ed era appena tornata a casa. Lì avrebbe trovato ad aspettarla l’uomo, che a maggio era stato denunciato ed era destinatario di una misura cautelare. Dopo un primo litigio in strada, lui l’avrebbe aggredita con un coltello.
La donna si era rivolta ad aprile scorso al centro antiviolenza “Telefono donna” per chiedere aiuto spiegando che l’ex compagno, che si era già mostrato violento durante i mesi di relazione, la importunava seguendola e minacciandola. Sarebbero state proprio le operatrici del centro a convincerla a sporgere denuncia. Le avrebbero anche consigliato di trovare rifugio in una struttura protetta lontana da Foggia o da qualche parente, ma la 46enne avrebbe rifiutato.
Il 16 giugno, inoltre, il centro antiviolenza avrebbe inviato alle forze dell’ordine una valutazione di rischio alto con possibile femminicidio e fino al 23 luglio, giorno in cui la donna si era rivolta nuovamente al centro dicendo che l’uomo la pedinava, non era stata ancora emessa alcuna misura cautelare.
Dalla procura fanno sapere che tutti i passi necessari per tentare di tutelare la donna sono stati eseguiti.
“Arrivano da noi, si fidano, le accompagniamo nel percorso di riconoscimento della violenza e consapevolezza, le seguiamo nella fase della denuncia – ha detto Franca Dente, presidente di Impegno Donna –. Non ce la possiamo fare da sole. Abbiamo bisogno di una ancora più stretta sinergia tra forze dell’ordine e magistratura. Abbiamo fatto tutti i passi giusti nei tempi giusti. È una sconfitta enorme per noi e per tutte le vittime”. Di sconfitta parla anche la sindaca di foggia, Maria Aida Episcopo: “Il tragico omicidio una sconfitta dolorosa per ognuna e ognuno di noi, anche perché la vittima aveva chiesto tutela e protezione per avere garantita la sua incolumità, ed era stata formulata dal Cav (centro antiviolenza) interessato anche una valutazione di alto rischio di femminicidio. Un caso che non può essere derubricato come isolato né tanto meno strumentalizzato, ma impone doverose riflessioni alle Istituzioni di prossimità, alla Presidenza del Consiglio, ai ministeri competenti, a partire dalla necessità di potenziare l’attività e il numero delle forze
dell’ordine e degli operatori di giustizia sul nostro territorio”.
“L’inasprimento delle leggi contro i femminicidi e lo stalking, le campagne di sensibilizzazione, il sistema sociale di protezione attraverso l’associazionismo e i Centri AntiViolenza – argomenta – costituiscono una rete necessaria che deve essere sempre più stretta e deve vedere tutti e tutte impegnati sullo stesso fronte perché basta un piccolo allargamento della maglia, una sottovalutazione di una situazione ed una denuncia per arrivare poi ad un epilogo terribile, che chiama direttamente in causa le nostre coscienze e responsabilità”. La sindaca rivolge un pensiero commosso alla vittima da parte dell’amministrazione comunale, sottolineando che “metteremo in atto azioni chiare e ferme per ricordare le vittime di violenza e sensibilizzare sempre più cittadinanza ed istituzioni su questa drammatica emergenza”.
Gianvito Magistà (aggiornamenti di Stefania Losito)