L’economia italiana è ripartita, ma la pandemia non è ancora finita e la crisi sanitaria non può dirsi conclusa. Questo il messaggio che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha lanciato oggi nel suo intervento alla cerimonia di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia dei Lincei.
“A più di un anno dall’esplosione della crisi sanitaria, possiamo finalmente pensare al futuro con maggiore fiducia – ha premesso Draghi – la campagna di vaccinazione procede spedita, in Italia e in Europa. Dopo mesi di isolamento e lontananza, abbiamo ripreso gran parte delle nostre interazioni sociali. L’economia e l’istruzione sono ripartite”. Tuttavia, ha aggiunto, “dobbiamo essere realistici. La pandemia non è finita. Anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze. Dobbiamo fronteggiare l’emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all’economia del paese”.
Secondo Draghi il tasso di crescita dell’economia italiana a fine anno sarà superiore rispetto alle stime: “Le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del PIL quest’anno in Italia e nell’UE del 4,2% – ha detto- la fiducia di consumatori e imprenditori sta tornando. La BCE ha indicato che intende mantenere condizioni finanziarie favorevoli”. Resta tuttavia l’incognita debito. “In Italia – ha affermato il premier – secondo le stime della Commissione Europea, il debito pubblico aumenterà dal 135% del Pil, al 160%. Oggi è giusto indebitarsi, ma questo non è sempre vero”.
Il presidente del Consiglio ha concluso con un messaggio ottimista: “Per l’Italia questo è un momento favorevole. È un momento in cui torna a prevalere il gusto del futuro. Viviamolo appieno, con determinazione e con solidarietà”.
Michela Lopez