Sono 15 tra Puglia e Basilicata
Sono 10 località lucane, 4 tra quelle tra Puglia e Basilicata e una quella pugliese ritenute idonee ad ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive. Oltre a Puglia e Basilicata nell’elenco del Ministero dell’Ambiente compaiono il Lazio con 21 siti, il Piemonte con 5 siti, la Sardegna con 8 siti e la Sicilia con due. In Basilicata i siti riguarda Montalbano Jonico, Matera , Bernalda, Montescaglioso, Genzano di Lucania, Irsina. Tra la Puglia e Basilicata i comuni di Altamura, Matera e Laterza. In Puglia Gravina. Il ministero attende adesso la disponibilità dei comuni interessati.
In Piemonte i siti interessano i territori dei comuni di Alessandria, nei comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato.
Nel Lazio i comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello,Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di
Castro, Piansano, Tessennano.
In Sardegna: Oristano, Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila.
In Sicilia: Calatafimi, Segesta e Trapani.
Si tratta di una mappa dei territori non soggetti a eventi sismici e lontani da altri siti a rischio, come quelli militari.
In questi depositi saranno stoccati rifiuti derivanti dalla dismissione delle centrali nucleari italiane spente dopo il referendum e il materiale radioattivo sanitario o proveniente dall’industria.