Il piccolo Eitan, unico sopravvissuto dell’incidente della funivia del Mottarone dello scorso 23 maggio, resterà in Israele fino all’8 ottobre, giorno in cui riprenderanno le udienze. Lo prevede un’intesa imposta dal giudice israeliano alla famiglia di Aya Biran, la zia paterna del piccolo, e a quella di Shmuel Peleg, il nonno materno che ha portato il piccolo in Israele e che è indagato in Italia per sequestro aggravato. Si dovranno accordare sulla gestione della routine del piccolo Eitan, che potrà stare per metà del tempo con la famiglia materna e metà del tempo con la zia Aya, con intervalli di tre giorni a testa. La prima udienza, intanto, è iniziata oggi davanti al Tribunale della famiglia di Tel Aviv. La giudice Iris Ilotovich Segal dovrà pronunciarsi sulla causa intentata da Aya Biran. Intanto ha fissato quattro giorni consecutivi di udienze a partire proprio dall’8 ottobre. L’avvocato Sara Carsaniga, che assiste Shmuel Peleg, precisa che “non è un accordo tra le parti, ma una decisione del giudice”. “E’ questo che ci rende molto felici, il fatto che finalmente si guardi all’interesse del minore, a prescindere da quello che chiedono le parti”.
“Voglio vedere Eitan a casa”, aveva dichiarato Aya all’ingresso del tribunale, “Sono preoccupata per lui, voglio riportarlo a casa il più presto possibile”. Poco prima di lei sono arrivati la nonna paterna di Eitan, Etty Peleg Cohen, e sua figlia, Gali Peleg, che nelle ultime settimane ha annunciato di voler adottare Eitan. Presente in aula anche Shmuel Peleg. La giudice ha però consentito la presenza in aula dell’uomo e Aya Biran, mentre il resto della famiglia è stato fatto uscire. L’udienza si svolge a porte chiuse.
Intanto Abraham Dviri, avvocato israeliano specializzato in diritto della famiglia, si è detto certo che Eitan verrà rimandato in Italia in base a quanto stabilito dalla Convenzione dell’Aja. “Sarà un giudice italiano, con un processo in Italia, a decidere”, ha dichiarato.
Vincenzo Murgolo