La Regione Puglia ha invitato medici, Asl e ospedali a segnalare con la massima urgenza possibile eventuali casi di epatite acuta nei bambini sotto i dieci anni “dopo i casi registrati negli Stati Uniti e in Europa”.
La raccomandazione è partita dopo la trasmissione dal parte del ministero della Salute di una nota di allerta su eventuali casi che potrebbero registrarsi anche in Italia. Attualmente, non esiste una chiara connessione tra i casi segnalati e nessun un fattore di rischio epidemiologico evidente è stato identificato tra i casi. “In assenza di segnalazioni pervenute – ha scritto la Regione – la scrivente Sezione ne darà ugualmente evidenza al ministero della Salute. Si invita a prendere atto e darne diffusione e attuazione con ogni urgenza consentita”.
La nota della Regione scaturisce da una segnalazione del ministero dopo un caso di sospetta epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta, una patologia molto aggressiva che colpisce i bambini sotto i 10 anni e per la quale si sono verificati diversi casi in Europa, che si sarebbe verificata nelle scorse ore a Prato. A confermare la circostanza è l’Asl Toscana Centro. Il paziente ha circa 4 anni ed è ora ricoverato all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Non sarebbe esclusa la possibilità di ricorrere a un intervento di trapianto di fegato.
Le epatiti acute che da gennaio hanno colpito decine di bambini in Europa “sono ancora un mistero”. Sconosciuta la causa, indecifrabile la diffusione. E per questo, in Italia, “la società di epatologia ha avviato una survey (un sondaggio, una sorta di sorveglianza, ndr)”, spiega Giuseppe Maggiore, primario di Epatogastroenterologia e Nutrizione dell’ospedale Bambino Gesù.
Solo due giorni fa, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’Ecdc, ha registrato nuovi casi di
epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini in Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna. Numeri che si vanno a sommare agli oltre 70 già documentati nel Regno Unito. In Italia si parla di quattro casi, ma Maggiore spiega che sono da verificare.
Sono rarissimi i casi di epatite pediatrica acuta ma, a far scattare l’allerta, sono stati infatti alcuni elementi di comunanza in quelli che si sono verificati, e che sono superiori alle attese. Ma a spaventare è anche la tenera fascia d’età, che va dai 3 ai 7 anni. I bambini colpiti finora non riportano fattori di rischio ma vanno incontro a danni al fegato molto importanti, “al punto che in alcuni casi hanno bisogno di trapianto”, spiega Maggiore.
Stefania Losito