
Una foto di un veliero illuminato con il tricolore, in copertina una veduta di Venezia, e nella descrizione la frase tragicamente profetica: “La vita è troppo breve per infarcirla di bugie. Ecco a cosa do valore”. E’ il profilo social di Marco Piffari, 56 anni, originario di Taranto, luogotenente con carica speciale, al comando della Squadra operativa di supporto del Quarto Battaglione Veneto. Era uno dei tre carabinieri che hanno perso la vita stanotte a Castel D’Azzano, in provincia di Verona, nell’esplosione di una palazzina che dovevano sgomberare. Il comandante Piffari era entrato nell’arma dei carabinieri nel 1987. Separato, senza figli, viveva in provincia di Padova anche se di origini pugliesi. Aveva forti legami con Brescia, dopo aver vissuto a Rezzato, dove risiede ancora la sua famiglia.
Le altre due vittime sono il brigadiere capo Valerio Daprà, coetaneo di Piffari, bresciano, con un figlio di 26 anni e una compagna, e il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, di Camposampiero, nel Padovano, celibe e senza figli.
Piffari era il più esperto, da una dozzina di anni guidava questo tipo di interventi nelle squadre operative di supporto, istituite per proteggere obiettivi sensibili.
Stefania Losito