Il price cap, cioè il tetto massimo al prezzo del gas divide l’Europa. Il tetto all’intero import, nel documento presentato dalla Commissione Ue, viene considerato una misura troppo radicale e rischiosa, a differenza di quello al solo gas russo. Al Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia, Roma, contraria alla forma più leggera, non recederà dalla sua linea, peraltro condivisa con altri 14 Paesi, tra cui la Francia. Ma ad irritare il premier Draghi c’è anche lo scudo da 200 miliardi annunciato da Berlino per calmierare prezzi in Germania. “Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali, serve solidarietà”, ha avvertito Draghi. E d’accordo con lui è anche la premier in pectore Giorgia Meloni, che ammonisce: “Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario”. Ma Germania e Olanda restano i veri scogli. “La risposta Ue deve ridurre i costi per famiglie e imprese, ed evitare distorsioni di mercato. Dobbiamo mostrarci compatti, determinati, come nel sostegno all’Ucraina”, ha sottolineato Draghi.
Lasciando ai singoli Paesi l’onere di calmierare i prezzi si consente invece una differenziazione tra chi ha spazio fiscale e
chi no. E la Germania questo spazio ce l’ha. Il pacchetto annunciato da Olaf Scholz vale 200 miliardi. “Il prezzo del gas deve andare giù”, ha sottolineato il cancelliere. E la mossa di Berlino ha fatto scendere immediatamente il prezzo del gas, che ad Amsterdam ha chiuso al del 9,4% a 187,7 euro a megawattora. E con un price cap nazionale la Germania ha spazzato via il suo timore per l’approvvigionamento energetico. La Commissione, nel suo documento informale, ha indicato anche altri rischi legati ad un tetto generalizzato: dall’aumento della domanda alla perdita attrattivita’ per i fornitori, fino alla mancanza di quell’incentivo di mercato che ora permette il trasferimento di gas tra gli Stati Ue. Per Bruxelles e’ molto meglio negoziare il prezzo con i singoli fornitori ritenuti affidabili, facendo leva su contratti a lungo termine. Nel non paper la Commissione ha anche proposto un primo decoupling del prezzo del gas da quello elettrico in vista della riforma del mercato annunciata per la fine dell’anno. Il documento, infatti, fa riferimento alla fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas nella produzione di energia elettrica a un livello che contribuisca a far scendere i prezzi dell’elettricità.
Da qui al vertice dei leader a Praga e quindi al Consiglio europeo di fine ottobre a Bruxelles, la strada per l’unità europea sarà in salita. I 15, Italia e Francia in testa, si faranno sentire con l’obiettivo di aumentare il loro peso numerico.
Stefania Losito