
Il contributo alla lotta all’evasione fiscale da parte dei Comuni è stato di6 milioni di euro, a fronte di 93 miliardi all’anno di “nero”: soltanto il 4%. Alle amministrazioni locali che segnalano all’Agenzia delle Entrate situazioni di infedeltà fiscale viene riconosciuto un importo del 50 per cento di quanto accertato. Pertanto, solamente 296 amministrazioni (su quasi 8mila in tutto il Paese) hanno incrementato le entrate comunali di 3 milioni di euro: due in Puglia, Bari e Ugento, nel Leccese, 40 in tutto al Sud. Pochissimo rispetto a quanto evaso in Italia. Sono i dati riportati dalla Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese, secondo cui, ad esempio, nel Mezzogiorno, Bari ha ottenuto dal governo un rimborso di 1.776 euro. Foggia zero. La CGIA sottolinea che le segnalazioni fatte dalle amministrazioni comunali al fisco devono essere puntuali, circostanziate e contenere i dati identificativi del soggetto a cui sono contestati gli ipotetici comportamenti evasivi: abilità, queste ultime, che un dipendente comunale acquisisce solo con una formazione professionale adeguata, che significa costi e soprattutto impegnare l’unità lavorativa soltanto su questo, riducendo maggiormente la pianta organica per altri servizi ai cittadini.
Ma se al Sud, ad esempio, c’è moltissimo abusivismo, come si fa a girarsi dall’altro lato? Soprattutto in Basilicata, una delle regioni con il picco massimo di edifici con illeciti, il 54% secondo l’Istat. La Puglia è al 35%. Ancora, sul lavoro nero la CGIA segnala che nel Mezzogiorno i lavoratori irregolari sono 932.200 , il 37,5 per cento del totale. Poche le segnalazioni, come sulla scoperta di evasori che in Puglia sono 17 su cento ogni anno.
Stefania Losito