Molta paura ma nessun ferito nell’incendio non di grandi dimensioni divampato questa mattina all’ex Ilva di Taranto. A prendere fuoco sarebbe stato il nastro trasportatore che dal quarto sporgente portuale trasferisce i minerali e le materie prime per la produzione dell’acciaio all’interno dello stabilimento, nei parchi minerali. Era coperto e l’intervento di spegnimento si è risolto in poco tempo. Si è sollevata una colonna di fumo nero per via del materiale bruciato.
Secondo i sindacati sarebbe colpa della carenza di manutenzione. “Bisogna intervenire subito per bloccare il degrado di questa situazione incredibile, rilanciando l’azienda dal punto di vista gestionale, nonché produttivo. La crisi di governo, in tal senso, non aiuta” ha fatto sapere la Fim Cisl.
“I nastri trasportatori sono soggetti a questi episodi – spiega Gennaro Oliva, coordinatore di fabbrica Uilm – I rulli
sono in movimento continuo, ci sono molte parti in gomma, ed è evidente che se l’impianto non viene sottoposto a manutenzione, come purtroppo sta accadendo da tempo in tutto il siderurgico, l’attrito, l’usura e il surriscaldamento, possono provocare prima o poi un incendio. Essendo poi presente molta gomma, si crea anche molto fumo”.
“L’ex Ilva deve arretrare rispetto alla città – ha detto il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci –. È un’esigenza che siamo tornati a manifestare all’autorità portuale, chiedendo ufficialmente che vengano riviste le concessioni demaniali marittime del II sporgente”.
Stefania Losito (aggiornamento: Gianvito Magistà)