Il destino del siderurgico di Taranto è appeso a un filo. Dopo il “no” durante il consiglio d’amministrazione del socio privato di Acciaierie d’Italia, ovvero Arcerol Mittal, di addossarsi almeno in parte il fabbisogno immediato dell’azienda che ammonta a circa 350 milioni di euro, sindacati e Pd hanno aumentato il pressing sul Governo Meloni. I segretari di Fim, Fiom e Uil hanno scritto una lettera per sollecitare una presa di posizione di fronte ad uno stallo che sta portando lentamente alla morte dell’ex Ilva, con una produzione che dovrebbe fermarsi quest’anno a 3 milioni di tonnellate a fronte dei 4 annunciati. Nelle ultime ore si è alzato un coro di protesta da parte dei parlamentari del Pd, che chiedono un intervento immediato: “Dopo questa bocciatura pretendiamo che ci sia una presa d’atto, una svolta radicale, perché è ormai innegabile che l’intera situazione fa acqua da tutte le parti” ha affermato Ubaldo Pagano, deputato pugliese e capogruppo del Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio, commentando la notizia “secondo cui ArcelorMittal ha rigettato il piano presentato dal CdA nell’assemblea dei soci dello scorso martedì, sconfessando di fatto il lavoro dell’Amministratore delegato e dei suoi rappresentanti nel consiglio”. “Basta accordi sottobanco e basta regalare soldi pubblici a un socio privato – dice Pagano, secondo cui “lo Stato – azionista al 32% – deve assumere immediatamente il controllo della maggioranza di Acciaierie d’Italia se si pensa davvero che la siderurgia primaria sia un settore strategico per l’industria nazionale, altrimenti si programmino i soldi che servono per bonificare le aree ed accompagnare i lavoratori e le lavoratrici verso nuova occupazione o pensionamenti anticipati”.
“Il ministro Fitto deve venire urgentemente in Aula a riferire su quanto sta avvenendo all’ex Ilva – attacca invece l’altro parlamentare Dem Claudio Stefanazzi – E’ una follia che il Parlamento non venga informato. Il ministro deve motivare il perché il governo non dà indicazioni al socio Invitalia per convertire il prestito e nazionalizzare l’azienda”. Una informativa urgente che è stata chiesta ufficialmente anche in Aula.
Sulla questione è intervenuto anche il Governatore Michele Emiliano: La situazione dell’ex Ilva “è in stallo totale, non ci sono più i soldi per pagare le bollette del gas e siamo a un passo dall’abisso, la più grande acciaieria d’Europa che sta per essere buttata a mare dal governo italiano non per dolo, ma per totale incapacità”.
Mauro Denigris