L’omicidio di Amleto Mercante avvenuto a Modugno, nel Barese, il 27 settembre 2005. Dopo 17 anni i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale di Direzione Distrettuale Antimafia a carico di due soggetti indagati per omicidio, porto e detenzione illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e in concorso. Uno degli indagati, a bordo dell’autovettura condotta dall’altro, quella sera, in zona Cecilia, raggiunse e uccise con ripetuti colpi di pistola l’allora 48enne Amleto Mercante. L’omicidio si inquadrerebbe in ambito mafioso, nel conflitto tra due consorterie criminali locali: gli elementi raccolti, infatti, sono convergenti nel ritenere l’omicidio di Mercante una ritorsione per un gesto sacrilego e oltraggioso da lui commesso nei confronti di un appartenente ad altro clan, dalla vittima ritenuto responsabile di una rapina perpetrata in danno della nipote. Mercante, secondo la tesi accusatoria, lo avrebbe prima percosso e poi avrebbe oltraggiato la memoria del suo defunto padre, strappandogli dal collo la medaglietta con l’immagine del genitore. Le indagini hanno permesso, inoltre, di individuare responsabilità anche in capo ad altri due soggetti appartenenti al clan, rispettivamente indiziati quali mandante e presunto responsabile della distruzione dell’arma utilizzata per l’omicidio, gettata in mare aperto e mai ritrovata. I due sono già detenuti per altra causa.
Stefania Losito