
Polemiche tra la stampa e la direzione del museo sulla qualità delle teche che custodivano gli oggetti preziosi
Il valore dei gioielli della Corona rubati al Louvre domenica scorsa è stimato in 88 milioni di euro. Lo ha fatto sapere la procuratrice Laure Beccuau.
Intanto in Francia divampano le polemiche a mezzo stampa. Secondo Le Figaro, la presidente del Louvre, Laurence des Cars, ha presentato le dimissioni nelle ore successive al furto. Dimissioni che, sempre secondo il quotidiano, sarebbero state respinte direttamente dal presidente Emmanuel Macron, suo grande sostenitore. Le avrebbe anche telefonato a più riprese negli ultimi giorni. “Tieni duro – le avrebbe detto secondo Le Figaro – di vanificare la dinamica di rinnovamento del museo non se ne parla”.
Macron, lo scorso gennaio, ha incaricato proprio la des Cars di guidare i lavori del futuro progetto di “Grand Louvre”.
Critiche dai giornali sono arrivate anche alle teche nelle quali erano esposti i gioielli rubati. Un articolo del Canard Enchainé sostiene, infatti, che si tratti di teche “apparentemente più fragili di quelle che le hanno precedute”.
Ma la direzione del Louvre ha difeso la qualità delle teche: “Il museo – si legge in un comunicato – afferma che le teche installate nel dicembre 2019 rappresentano un progresso considerevole in termini di sicurezza, considerando anche il grado di vetustà verificato delle vecchie attrezzature che avrebbe portato, senza una sostituzione, al ritiro delle opere dall’esposizione in pubblico”.
Il giornale satirico e di informazione sostiene che una ex teca blindata installata nella galleria di Apollo negli anni Cinquanta e dotata di un sistema che ne permetteva, alla prima allerta, la scomparsa all’interno di una cassaforte, avrebbe senza dubbio evitato il furto se fosse rimasta operativa. La direzione del Louvre ribatte invece che quel sistema era superato ed “era diventato obsoleto, con episodi di blocco nella discesa degli sportelli laterali”.
Gianvito Magistà