Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas per gli sforzi “infruttuosi” volti a ridurre al minimo le morti civili a Gaza. In una intervista alla Cbs, Netanyahu ha affermato che Israele sta facendo tutto il possibile per tenere i civili lontani dal pericolo mentre combatte Hamas nella Striscia, anche “lanciando volantini” che li avvertono di fuggire, ma che i suoi tentativi di ridurre al minimo le vittime “non hanno avuto successo”. Il premier israeliano ha ribadito che l’obiettivo della sua campagna militare è distruggere Hamas: “Cercheremo di portare a termine il lavoro con perdite civili minime. Questo è ciò che stiamo cercando di fare: ridurre al minimo le vittime civili. Ma sfortunatamente non ci siamo riusciti”. Netanyahu ha aggiunto che non ci potrà essere un ritorno alle “strategie fallite” nel trattare con Hamas a Gaza e ha ribadito che Israele non sta cercando di occupare Gaza ma vuole che vi sia una responsabilità militare complessiva per “prevenire il riemergere del terrorismo: dobbiamo smilitarizzare e deradicalizzare” la Striscia. “Abbiamo bisogno di un cambiamento culturale”, ha continuato il premier aggiungendo che deve esserci un “futuro diverso sia per gli israeliani che per i palestinesi”.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato di aver detto al primo ministro israeliano che “non può esserci una rioccupazione di Gaza da parte dello Stato ebraico”, ma ha ammesso che “potrebbe essere necessario un periodo transitorio in cui venga garantita la sicurezza” nella Striscia. Lo riportano i media Usa.
Parlando alla Abc, Blinken ha affermato che “quando si tratta del futuro di Gaza, a nostro giudizio deve essere sotto il
governo palestinese e deve esserci anche sicurezza. È imperativo, se vogliamo che ci sia pace e sicurezza durature,
andare effettivamente avanti per garantire che i palestinesi abbiano diritti politici, la capacità di governarsi da soli e di
prendere decisioni per il proprio futuro nel proprio Stato”, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa.
Intanto ieri il corpo della soldatessa Noa Marciano, rapita da Hamas nella base di Nahal Oz il 7 ottobre scorso, è stato trovato in una struttura adiacente l’ospedale Shifa a Gaza City. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Di Marciano (19 anni), Hamas lunedì scorso aveva diffuso un video – ripreso 4 giorni dopo il suo rapimento – un cui diceva chi era e di chi era figlia. Il video, ad un certo punto, si interrompeva e compariva il suo cadavere. Ieri era stato recuperato, sempre vicino all’ospedale Shifa, il corpo di un’altra donna ostaggio rapita da Hamas.
In un attacco aereo condotto dalle forze israeliane ieri sera a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, sono morte 10 persone, tra cui bambini. Lo riferisce Al Jazeera citando testimoni, resoconti dei media palestinesi e un giornalista di Al Jazeera, secondo cui l’attacco ha colpito una casa di famiglia ad al-Qarara. Un video visualizzato da Al Jazeera mostra alcuni dei morti, tra cui una ragazzina e un neonato, nell’ospedale pediatrico di al-Nasr. L’attacco è avvenuto il giorno dopo che l’esercito israeliano ha lanciato volantini su al-Qarara e dintorni avvertendo i residenti di evacuare verso “rifugi conosciuti”.
GLI AIUTI UMANITARI – Oggi “non ci sarà un’operazione di aiuto transfrontaliero al valico di Rafah” tra la Striscia di Gaza e l’Egitto: lo ha annunciato ieri sera l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). “La rete di comunicazioni a Gaza è interrotta perché non c’è carburante. Ciò rende impossibile gestire o coordinare i convogli di aiuti umanitari”, si legge nel messaggio pubblicato su X.
Damasco afferma di aver abbattuto missili israeliani sulla capitale siriana.
Stefania Losito