La governatrice di Tokyo, ex giornalista e ministro, Yuriko Koike, ha sovvertito l’adagio “boomer2 di Adriano Celentano “Chi non lavora, non fa l’amore”, con un più secco e sovversivo “chi lavora, non fa l’amore”. A inizio dicembre, infatti, Koike ha dichiarato di voler introdurre l’opzione di una settimana lavorativa di quattro giorni per i dipendenti della municipalità per incoraggiare il sostegno alla genitorialità. Non per far l’amore, sia ben chiaro, ma per consentire loro di alternarsi nell’organizzazione della famiglia e dei figli. Eppure, di fatto, le politiche che riducono le ore di lavoro potrebbero essere uno sprono per creare famiglie più grandi e riuscire a gestirle meglio. Il Giappone ha la seconda popolazione più anziana al mondo dopo Monaco, e le rigide regole sull’immigrazione hanno contribuito a una crescente carenza di manodopera. Ma in realtà, l’obiettivo del governo di Tokyo è rendere gratuiti gli asili nido per tutti i bambini in età prescolare a partire da settembre, nell’ambito degli sforzi per fronteggiare la crisi demografica in atto in Giappone. Lo ha annunciato la governatrice stessa, spiegando che la decisione mira a ridurre l’onere finanziario per le famiglie, estendendo la politica di assistenza gratuita per i secondogeniti e i figli successivi. Sebbene riguardi anche altri Paesi, il problema della bassa natalità è particolarmente sentito in Giappone, dove la popolazione è in calo ormai da anni. Secondo i media locali, quella annunciata da Tokyo, una delle città più grandi del mondo con una popolazione di oltre 14 milioni di abitanti, è la prima iniziativa di questo tipo a livello regionale sul territorio nazionale.
Koike, governatrice di Tokyo dal 2016, è stata rieletta lo scorso luglio per un terzo mandato con la promessa di aumentare il sostegno all’istruzione e alle politiche sociali per le giovani famiglie, riconoscendo che l’aumento del costo della vita continua a penalizzare i servizi dei residenti a causa del progressivo rialzo dell’inflazione.
Attualmente nel Paese gli asili nido pubblici sono disponibili per i genitori che lavorano, ma l’esecutivo sta progettando misure di sostegno per allargare l’accesso a tutte le famiglie.
Stefania Losito