Il cuore grande di Gigi D’Alessio si racconta in diretta su Radionorba con Antonio Malerba. L’occasione è una delle tappe pugliesi del suo instore tour in cui incontra in fan dopo l’uscita del disco “24/02/1967” intitolato con la sua data di nascita. Dice Gigi: “Con questo disco mi sono fatto un regalo per i miei 50 anni, una torta che mi sono fatto da solo e ho voluto tagliare questa torta con tutti quelli che mi seguono da sempre.”
Come si immaginava a 50 anni Gigi? “Sinceramente non ci ho mai pensato, non ho mai avuto l’assillo dell’età. Penso che ognuno debba essere fiero dell’età che ha. Puo avere 40, 50 anni o 80, l’importante è arrivarci. Da piccolo ero convinto che avrei fatto il tabaccaio, forse perché mi piacevano le caramelle e mi piaceva l’idea di vendere tante piccole cose. Poi la musica mi ha regalato una vita bella e piena di emozioni mi ha fatto capire tante cose della vita, perché incontri tante persone, giri il mondo e ti confronti con tutte le classi sociali: è una esperienza forte e quotidiana”.
Gigi ha sempre voglia di fare di più e fare meglio e a Malerba racconta che “non mi sono mai sentito arrivato nella vita, ma penso che la cosa importante sia la serenità, penso che anche quando ti compri la barca da 100 metri poi vedi uno che ha il 110 e ti viene voglia di fare di più. Se vedi che quello che stai facendo lo fai con amore, le soddisfazioni arrivano, se sei fortunato. Non a tutti quelli che fanno i sacrifici capita di arrivare a un risultato. Io devo ringraziare il pubblico che io chiamo la grande famiglia D’Alessio: chi veniva ai miei concerti venti anni fa e aveva 15 anni ora è mamma“.
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“Pecche’ ” è l’unica traccia in napoletano del disco di D’Alessio che molti hanno definito l’album della maturità: “Noi napoletani siam bilingue: nasciamo di lingua madre napoletana e poi impariamo l’italiano. Questo album non lo definirei della maturità: ogni giorno fai un bilancio della vita e impari qualcosa e hai qualcosa da insegnare. “La prima stella” è la canzone che a lanciato il disco e parla di mia madre, ma dentro l’album c’è di tutto. Un album è come un armadio in cui devi poter trovare tutto, dal costume da bagno al vestito elegante. In questo disco ci sono dieci tracce inedite, una in napoletano e una in spagnolo e le varie sfumature dell’amore”.
“La prima stella” l’ha dedicata alla mamma: “Io ho perso mia madre a 18 anni e ti posso garantire che l’abbraccio della mamma non lo trovi da nessuna altra parte. Ho avuto il rammarico di averla persa presto e di non averle fatto vedere crescere i miei figli, farle vedere quello che ho fatto. La vicinanza della mamma in molti casi la diamo per scontata ma è bellissimo poter alzare il telefono e dire “Mamma mi è successo questo…”. Io nella canzone le racconto cosa succede oggi, dai fatti di Lampedusa al fatto che oggi dal cancro ci si può salvare. Per lei non è stato possibile, perché 32 anni fa non era possibile fare prevenzione. La mamma è la donna più importante della vita, il calore della madre non lo trovi in nessun altro. Godetevi la mamma quotidianamente”.
L’intervista è anche l’occasione di parlare dei neomelodici: “Despasito è il tormentone che ascoltiamo in questo periodo e se la analizzo da un punto di vista musicale vi dico che è un pezzo neomelodico. Solo che noi italiani siamo esterofili: se la facciamo in Italia siamo sfigati. Anche se a dire il vero la parola neomelodico io la ritengo ghettizzante: non ho mai capito perché un cantante che nasce in qualsiasi parte d’Italia si chiami cantante ma se nasce a napoli sia un neomelodico. In realtà il significato della parola non è brutto, ma non credo che esista una nuova melodia: la melodia è la stessa di tanti anni fa, le note sono le stesse, ma evidentemente bisogna per forza etichettare”.
Quando non è in giro per lavoro a Gigi piace stare a casa? “Ovviamente. Perché facendo questo lavoro ci sto poco a casa e anche i figli miei si segnano sull’agenda quando ci sono così cerchiamo di vederci. Quando posso mi piace stare fermo: invece di uscire e andare a ristorante preferisco godermi la casa e sbaciucchiarmi i figli. Fortunatamente ho trovato Anna che è come me e facendo questo lavoro non vede l’ora di stare in ciabatte e senza trucco. Io la preferisco senza trucco: ha delle lentiggini meravigliose“, conclude.
Gigi non smette di ringraziare i suoi fan che lo accolgono con affetto: “Ho visto tutte le età in questi giorni, dai bambini di tre mesi ai 70 anni, tutto il campionario umano ed è faticoso fare tre ore di attesa. Queste persone fanno enormi sacrifici, non solo comprano il disco ma fanno anche ore di fila per una foto e un autografo sul disco. Loro mi fanno un regalo meraviglioso, ma sapeste come mi dispiace vederli in fila con il freddo e non finirò mai di ringraziarli!”
Nella scorsa puntata di “Made in sud” Gigi ha reso omaggio a Totò musicando “A’ livella”, la poesia scritta dal principe della risata. Come è nata questa idea? “Totò aveva fatto la rima alternata e trovo che la musica era già nella parole. Io l’ho cantata perché non essendo un attore, un conduttore e un comico potevo cantare.”
A proposito dell’esperienza di “Made in sud” dice: “Molti comici erano andati via e mi hanno chiamato perché volevano portare un po’ di musica e farlo diventare più varietà. Io canto qualcosa di mio, si fa festa, gioco, divertimento e ho accettato questa sfida”.
Angela Tangorra