Ritorna la mania dei Pokemon, i mostriciattoli in miniatura che da vent’anni appassionano ragazzini ed ex ragazzini. Lanciati in tutto il mondo dai cartoni animati e dai videogiochi della Nintendo, adesso i mostriciattoli, a quanto pare, sono in libertà, nella vita reale. Pikachu e i suoi simili insomma sono a zonzo nelle strade delle nostre città, sulla spiaggia, nei campi, negli edifici abbandonati, nell’appartamento dei vicini, possono essere ovunque e grazie a una app possono essere “catturati”. Lanciata in anteprima negli Stati Uniti, in Australia e in Nuova Zelanda, l’applicazione “Pokemon Go” per smartphone è stata già scaricata da così tante persone che il sistema è andato in tilt, provocando un ritardo nella diffusione della app nel resto del mondo, Italia compresa. Ad appena 24 ore dal lancio negli Usa, “Pokemon Go” ha superato l’app Tinder quasi raggiungendo Twitter per numero di download. Il gioco consente, attraverso segnalazioni che arrivano sul telefonino, di raccogliere indizi sulla presenza dei mostri, di inseguirli e infine di catturarli. E non mancano negli Stati Uniti episodi di cronaca legati a folli inseguimenti. Nel Wyoming una ragazza di 19 anni, mentre localizzava un mostro, ha rinvenuto in un parco un cadavere vero.
Nel Missouri invece una banda di piccoli malviventi utilizzava il gioco per attirare coetanei in luoghi isolati e rapinarli. Nell’Ohio alcuni ragazzini sono entrati in un ospedale psichiatrico perché all’interno, per giunta in aree riservate, erano segnalati i mostriciattoli. A Long Island un ragazzo è caduto dallo skateboard mentre a tutta velocità, con gli occhi puntati sul display del telefonino, credeva di inseguire un Pokemon. Intanto la Pokemon-mania e l’attesa nel resto del mondo cresce per la app che sarà disponibile non appena il server dello sviluppatore Niantic sarà potenziato per affrontare il lancio globale.
Maurizio Angelillo