L’Italia è ancora lontana dal raggiungimento della parità di genere. Secondo il report FragilItalia “Osservatorio sulla parità di genere”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, cinque italiani su dieci ritengono insufficiente l’attuale livello di parità di genere. Per il 28% degli intervistati è sufficiente, mentre per il 23% è buono. La valutazione peggiora se si passa a quella espressa dalla componente femminile della popolazione. L’attuale livello di parità di genere è infatti ritenuto insufficiente dal 63% delle donne, mentre per il 24% è sufficiente e solo per il 13% è buono.
Le dinamiche generali evidenziate dal report si riscontrano nelle valutazioni relative ad aspetti specifici. Il livello di sicurezza nella vita quotidiana, ad esempio, è giudicato insufficiente dal 63% delle donne e dal 44% degli uomini. Il diritto di sentirsi libere di esprimersi è giudicato insufficiente dal 56% delle donne e dal 29% degli uomini, la qualità della vita dal 48% delle donne contro il 27% degli uomini. Per quanto riguarda il livello di parità di genere nell’ambito delle relazioni, il 67% delle donne giudica insufficiente l’equilibrio dei ruoli e delle mansioni tra uomo e donna nella vita domestica e il 65% esprime la stessa valutazione sul diritto di sentirsi libere di porre fine a una relazione senza temere conseguenze e sul diritto di veder rispettato il loro no. Leggermente migliore la situazione nel campo dell’istruzione, dove il 51% delle donne giudica buono il livello di parità nell’accesso all’istruzione universitaria. Non così per il lavoro, dove i giudizi più fortemente negativi riguardano la parità di retribuzione rispetto agli uomini (71%), e la stabilità lavorativa (62%). A seguire la sicurezza lavorativa (59%), la possibilità di fare carriera (58%) e la possibilità di fare impresa (56%). Relativamente alla conciliazione vita-lavoro, la possibilità di realizzarla è considerata insufficiente dal 68% delle donne rispetto al 43% registrato tra gli uomini. Percentuali meno pesanti, ma comunque di segno negativo, anche sul fronte della partecipazione alle istituzioni pubbliche, giudicata di livello insufficiente dal 51% delle donne contro il 29% degli uomini, e alla vita politica e di partito, insufficiente per il 50% delle donne contro il 30% degli uomini.
“Anche quest’anno”, ha sottolineato Simone Gamberini, presidente di Legacoop, “l’8 marzo deve essere anche l’occasione per riflettere sullo stato di avanzamento del nostro Paese dal punto di vista della parità di genere”. La percentuale delle donne occupate nei settori non agricoli delle cooperative associate a Legacoop è del 59,4%, un dato superiore rispetto al 43,4% delle cooperative non associate e al 42,4% del totale delle imprese italiane. Un’analoga dinamica si registra, pur con valori diversi, anche nell’agricoltura, dove le donne rappresentano il 37,3% degli occupati nelle cooperative associate a Legacoop, rispetto al 33,3% nelle cooperative non associate e al 31,5% nel totale delle imprese censite dall’Inps.
Vincenzo Murgolo