“Vogliamo essere giudicati dai fatti, non dalle parole”. Sono le parole pronunciate dal nuovo premier britannico, Keir Starmer, nella prima conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri d’esordio. Starmer ha parlato della necessità di “attuare il cambiamento da parte di un Labour Party che è cambiato”, a partire da un piano per il rilancio della “crescita dell’economia” da delineare martedì. Starmer ha poi aggiunto che visiterà Scozia, Galles e Irlanda del Nord, notando come il suo governo abbia “un mandato pieno”, essendo “il primo paartito in Inghilterra, Scozia e Galles”. Starmer ha poi aggiunto di aver chiarito cosa attenda dai ministri in termini di condotta ed efficienza e ha assicurato di voler rappresentare tutti, anche coloro che non hanno votato per il partito laburista alle elezioni del 4 luglio. “Il Paese”, ha sottolineato, “viene prima del partito”. In precedenza un giornalista gli aveva ricordato come il suo partito avesse incassato alle urne una supermaggioranza grazie al tracollo dei Tory, senza però essere stato votato “dall’80% circa dei britannici”, includendo i tanti che non sono andati alle urne.
Intanto i risultati finali delle elezioni politiche, dopo che sono stati proclamati tutti i vincitori dei 650 seggi della Camera dei comuni, attribuiscono 412 deputati al partito laburista, in linea con le previsioni degli exit poll, a soli sei seggi dal record di Tony Blair nel 1997, mentre i Tory dell’ex primo ministro Sunak ne ottengono 121, confermando il tracollo disastroso e il minimo storico. I liberaldemocratici di Ed Davey, ai quali è andato l’ultimo seggio assegnato in ritardo in Svozia, salgono a quota 72 e ottengono un risultato record. Cinque seggi, infine, per ‘Reform Uk’ di Nigel Farage.
Vincenzo Murgolo