Stop ai celebri colbacchi di pelliccia d’orso della Royal Guard britannica, simbolo della monarchia e fotografati da frotte di turisti e visitatori che assistono ogni giorno al cambio della guardia a Buckingham Palace. A lanciare la richiesta è Stephen Fry, popolare attore britannico e buon ‘amico’ dei reali, arruolato ora dalla causa animalista.
Fry, in un’intervista alla Bbc, ha invocato la sostituzione dei tradizionali copricapo di pelliccia canadese autentica con
qualcosa di sintetico. Non senza richiamare lo storico impegno ambientalista dell’attuale sovrano, Carlo III, come ragione sufficiente a motivare la svolta, a dispetto del fatto che lo stesso re abbia indossato – in eventi solenni come la parata di Trooping the Colour – il colbacco incriminato (in veste di supremo comandante della Guardia).
“La tradizione non è mai una scusa per la crudeltà”, ha tagliato corto l’attore, voce narrante di un documentario appena realizzato dai militanti anti-vivisezione di People for the Ethical Treatment of Animals (Peta). Documentario che mostra, con immagini assai crude, come gli orsi vengano “uccisi spietatamente a mo’ di trofei dei cacciatori” per essere poi scuoiati nei laboratori di pellicceria da cui escono i copricapi destinati a completare, assieme alle non meno iconiche giubbe rosse, le uniformi della Royal Guard.
Denunce alle quali il palazzo reale ha risposto col silenzio, così come i comandi militari delle forze armate di Sua
Maestà e i vertici del governo. Soltanto oggi un portavoce del ministero della Difesa precisa che i colbacchi in questione provengono da forme di “caccia legale e autorizzata” in Canada; e che l’ipotesi di sostituirli con berretti di materiale sintetico, già avanzata in passato, non ha finora partorito modelli alternativi degni degli “standard di
qualità richiesti”.
Stefania Losito