Un confronto tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per porre fine alla guerra è escluso. Anzi, se lo zar morisse, ha spiegato il leader ucraino in un’intervista con l’anchorman americano David Letterman, il conflitto finirebbe. Intanto Kiev puo’ continuare a contare sul “saldo sostegno” del G7, che ha promesso nuovi aiuti nel corso di una riunione virtuale dei leader. Aiuti che dovranno continuare ad essere “economici e militari”, ha sottolineato Giorgia Meloni al
suo debutto nel consesso, mentre l’Ue per il momento non ha trovato l’accordo sul nono pacchetto di sanzioni da imporre all’aggressore.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha presieduto il summit, ha evocato un nuovo piano Marshall ed ha rinnovato l’appello a Vladimir Putin perche’ “ritiri le sue truppe” dall’Ucraina e torni “al diritto internazionale”. “Siamo chiamati a continuare a difendere il Paese dalla guerra di aggressione russa”, gli ha fatto eco Giorgia Meloni, affermando che “bisogna cominciare a pianificare la ricostruzione post bellica dell’Ucraina”. Ma allo stesso tempo, per ora, continuare gli aiuti “economici e militari”, ha sottolineato la premier, che oggi affrontera’ il dossier ucraino nelle comunicazioni alla Camera, in vista del Consiglio Europeo del 15-16 dicembre. Parole particolarmente apprezzate da Zelensky, che ha ringraziato per “l’apporto tempestivo e senza esitazione di sicurezza e sostegno finanziario da parte dell’Italia”. “E’ solo grazie al vostro sostegno – ha detto poi rivolgendosi ai leader – se qui esiste ancora il mio Paese e esiste ancora il popolo ucraino”.
Il presidente ucraino ha comunque rinnovato la richiesta di altre armi e di circa due miliardi di metri cubi aggiuntivi di
gas per l’inverno, proponendo poi un “summit mondiale sulla pace” in cui discutere i “dieci punti chiari e realistici” del
piano presentato da Kiev al G20 di novembre, fondato tra le altre cose sulla “integrita’ territoriale dell’Ucraina e sulla
sua sicurezza energetica, alimentare e nucleare”. Il rilancio del piano di pace di Kiev sembrerebbe una buona soluzione per gli Stati Uniti. Joe Biden, in un colloquio telefonico con il partner ucraino, ha “accolto con favore la sua dichiarata
apertura ad una pace giusta basata sui principi fondamentali racchiusi nella carta dell’Onu”, ha fatto sapere la Casa Bianca.
Anche il Vaticano si e’ speso nuovamente per favorire l’apertura del dialogo. Il segretario di stato Pietro Parolin ha espresso la “disponibilita’” che la Santa Sede sia “il terreno adatto” per ospitare i colloqui di pace tra le parti, lasciando
a loro di “individuare la metodologia di lavoro e i contenuti”. Da Mosca, tuttavia la risposta e’ stata di gelo. “Temo che i
fratelli ceceni e buriati, oltre a me, non lo apprezzerebbero. Per quanto ricordo, non ci sono state parole di scuse dal
Vaticano”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova riferendosi alle accuse di crudelta’ ai soldati buriati e ceceni in Ucraina formulate nelle settimane scorse da papa Francesco e che la Russia non ha per nulla digerito. E per la prima volta dopo più di dieci anni, non avrà modo di parlarne di Putin nella tradizionale conferenza stampa di fine anno: non si terra’, ha fatto sapere il Cremlino.
Stefania Losito