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Guerra in Ucraina, Mosca: “Il cessate il fuoco non è un’opzione possibile”. Putin: “Le sanzioni non ci abbatteranno”. Spunta in un festival la fidanzata storica dello ‘zar’

Il cessate il fuoco non è un’opzione possibile. mosca avverte che non se ne parla, al momento, e Putin denuncia che “l’Occidente sta tentando di spaccare la società russa e distruggere la Russia dall’interno”, con “provocazioni
contro le Forze armate russe attraverso l’uso dei media stranieri”. Ma soprattutto chiarisce un punto: l’economia russa è in grado di reggere alle sanzioni occidentali. “L’economia russa – ha detto Putin secondo quanto riferisce la Tass – ha certamente tutte le capacità per operare stabilmente e senza fallimenti anche in nuove realtà”. All’inizio del terzo
mese di guerra, Mosca prosegue senza sosta la sua offensiva in Ucraina ed esclude una tregua fino al raggiungimento dei suoi obiettivi militari, dal Donbass all’intera fascia meridionale. I raid sono continuati senza sosta su città e infrastrutture strategiche, aggravando il bilancio di migliaia di vittime civili denunciato da Kiev.
Attacchi missilistici hanno colpito cinque stazioni nell’Ucraina occidentale e centrale, provocando almeno 5 morti e
18 feriti. “I russi stanno provando a colpire le infrastrutture critiche”, hanno accusato le autorità della regione centrale di Vinnytsia, spiegando che i treni previsti sono stati “cancellati o deviati”. Mosca ha confermato i raid, rivendicando la
distruzione di 6 linee ferroviarie e affermando che si trattava di obiettivi militari, perche’ “veicoli stranieri venivano
trasportati” lungo le direttrici colpite.
Il martellamento prosegue anche sul Donbass e nella regione di Kharkiv, dove raid sul villaggio di Bezruky hanno provocato altre tre vittime tra la popolazione.

Continua anche il dramma dei circa mille civili intrappolati nell’acciaieria assediata Azovstal a Mariupol, quasi tutti donne e bambini, bloccati con scorte di cibo e acqua ancora solo per 48 ore, insieme ai duemila combattenti del reggimento Azov e ai marines ucraini. “I corridoi umanitari si aprono in base agli accordi delle due parti. Il corridoio, annunciato unilateralmente, non fornisce sicurezza e quindi, di fatto, non è un corridoio umanitario”, ha spiegato la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschuk, replicando alle aperture di passaggi sicuri per le evacuazioni promesse dai
russi.

Intanto, cresce l’allarme per l’apertura di un nuovo fronte dalla Transnistria. La regione separatista filorussa della
Moldavia, che i comandi militari di Mosca hanno esplicitamente dichiarato come obiettivo da mettere al sicuro attraverso la conquista di tutta la fascia costiera dell’Ucraina, è stata attaccata secondo le autorità locali con “colpi di lanciagranate portatili anticarro” sparati contro l’edificio che ospita il ministero per la Sicurezza statale nell’autoproclamata capitale Tiraspol.

Intanto Biden dice che “è andata bene” la missione lampo a Kiev dei segretari di Stato e della Difesa Usa, Blinken e Austin. Quest’ultimo sostiene che l’Ucraina “può vincere se ha l’attrezzatura giusta”. “Vogliamo vedere la Russia indebolita a un livello tale che non possa più fare cose come l’invasione dell’Ucraina”, ha aggiunto. Guterres e Erdogan vogliono “porre fine alla guerra il prima possibile e creare le condizioni per porre fine alle sofferenze dei civili”, nella prima tappa del tour diplomatico del segretario Onu.

La Pasqua ortodossa celebrata ieri nelle Chiese orientali ha confermato il legame di ferro tra il presidente Vladimir Putin e il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca di Mosca Kirill.
Le immagini di Putin con una candela rossa in mano e che si fa il segno della croce durante il servizio pasquale notturno celebrato da Kirill nella chiesa cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, presente anche il sindaco della capitale Sergej Sobjanin, hanno fatto il giro del mondo. E sono state anche il segnale inequivocabile, sia verso l’interno del “mondo russo” che verso l’esterno, che il capo del Cremlino gode quanto mai prima del sostegno, non solo morale, del patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Un aspetto fondamentale in una guerra in cui la componente religiosa gioca un ruolo cruciale.

Intanto, la storica fidanzata di Vladimir Putin, Alina Kabaeva, riappare in pubblico per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, mentre dagli Stati Uniti emerge l’indiscrezione che l’amministrazione Biden ha congelato le sanzioni contro di lei per timore di provocare irrimediabilmente il leader del Cremlino. La 39enne ex campionessa olimpica di ginnastica ritmica si è presentata nel fine settimana alla VTB Arena di Mosca e si è fatta riprendere su uno sfondo ricoperto di ‘Z’, la lettera diventata simbolo del sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. Capelli sciolti, perle alle orecchie. Bella e semplice, ma decisa. La madre di almeno tre dei figli dello zar Putin è sospettata dall’intelligence di Washington di avere un ruolo centrale nel nascondere le fortune personali di Putin all’estero. Ma il Consiglio per la sicurezza nazionale americano avrebbe bloccato le sanzioni in capo alla donna per timore che un ferita cosi’ personale rischi di scatenare una reazione spropositata da parte del leader del Cremlino e rappresentare il punto di non ritorno. “Putin potrebbe reagire in modo aggressivo”, sono state le parole di un funzionario dell’amministrazione Biden.
“Ogni famiglia ha una storia legata alla guerra. La ginnastica russa uscira’ rafforzata da questo isolamento, vinceremo”, ha detto la Kabaeva nel suo intervento pubblico ad una manifestazione a lei dedicata, l’Alina festival. La competizione sara’ trasmessa per intero i primi di maggio, nell’ambito delle commemorazioni per la vittoria della Russia contro i nazisti durante la Seconda guerra mondiale, che si celebra il 9 maggio. Una data che, secondo alcuni, potrebbe essere scelta da Putin per annunciare la vittoria delle sue forze in Ucraina.

Stefania Losito

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