Da Mosca arriva l’ultimatum alle forze ucraine asserragliate nell’impianto chimico Azot della città di Severodonetsk entro le prime ore di oggi. “Arrendetevi”, dicono dal Cremlino. Il generale Mikhail Mizintsev, l’ufficiale che era a capo dell’assedio di Mariupol, ha detto che i combattenti dovrebbero “fermare la loro insensata resistenza e deporre le armi” a partire dalle 8 del mattino ora di Mosca (le 7 italiane).
Ieri il sindaco Oleksandr Stryuk ha affermato che dentro la fabbrica ci sono anche 560 civili.
Il rappresentante ufficiale delle milizie dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, Andrei Marochko, come riporta l’emittente russa Russia Today, ha annunciato che “è aperto il corridoio umanitario stabilito dalle forze russe e dai separatisti dell’Est ucraino per evacuare i civili asserragliati nell’impianto”.
Intanto, da Kiev, nel consueto video serale agli ucraini, il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto “più armi”, sottolineando che “questa settimana ci saranno molti colloqui importanti con politici non solo europei che sono in grado di fornire all’Ucraina un sistema antimissile moderno”. Dello stesso parere il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Intanto gli Stati Uniti hanno fatto sapere che costruiranno silos al confine con l’Ucraina per facilitare l’export del grano ucraino.
Stefania Losito