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Il Papa sta meglio: niente febbre e il cuore regge bene. E’ il sunto del bollettino medico del Policlinico Gemelli di Roma dov’è ricoverato da una settimana. “Le condizioni cliniche del Santo Padre sono in lieve miglioramento. È apiretico ed i parametri emodinamici continuano ad essere stabili. Questa mattina ha ricevuto l’Eucaristia e successivamente si è dedicato alle attività lavorative”, si legge nell’aggiornamento sulle condizioni di papa Francesco, affetto da polmonite bilaterale.
In particolare, a parte il “lieve miglioramento”, il cuore non sta subendo nessuna variazione causata dalla terapia. Quindi regge bene sia alle cure sia, chiaramente, all’infezione polmonare che è tuttora in corso e che comunque sarebbe in uno stadio di focolai non estesi. Occorrerà però aspettare qualche giorno per vedere se la terapia può dare risultati ad alcuni giorni di distanza.
Fonti vaticane spiegano che, in forma ovviamente compatibile con la malattia e con la degenza ospedaliera, oltre
che con l’obbligo da parte dei medici di “non prendere neanche il minimo colpo d’aria”, “continua l’attività, cioè la lettura e la firma di documenti, i colloqui telefonici o con gli stretti collaboratori”. Dalla sua camera al decimo piano del
Gemelli, ha fatto oggi un’altra nomina, quella del vescovo di Saint-Dié (Francia), il reverendo François Gourdon, finora
parroco della Cattedrale di Angers.
Non si fanno previsioni sulla sdurata della degenza, ma le dimissioni non sembrano prossime. La situazione, comunque, appare più rassicurante del moment in cui era stato comunicato l’insorgere della polmonite, in una
persona di 88 anni, già operata al polmone destro all’età di 21 con l’asportazione di un lobo. E anche il “lieve miglioramento”, compreso quello degli indici infiammatori riscontrato ieri, fa pensare a un’evoluzione favorevole.
Intanto, il ministro della Salute Orazio Schillaci, facendo oggi “i migliori auguri al Santo Padre” nella giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario, ha rilevato che “sicuramente è assistito in un ospedale di eccellenza e speriamo che risolva il prima possibile i suoi problemi respiratori”.
Secondo il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, “siamo tutti preoccupati per il Papa, ma le cose che si
dicono sono esattamente quelle che avvengono. Il fatto che il Papa abbia fatto colazione, abbia letto i giornali, abbia
ricevuto delle persone vuol dire che siamo nella direzione giusta di un pieno recupero, che speriamo avvenga presto”, ha detto a Bologna in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano Flaminio. “Le indicazioni fornite dai mezzi di comunicazione, anche attraverso i bollettini dell’ospedale Gemelli, sono le stesse che, sostanzialmente, abbiamo anche noi. C’è una certa riservatezza da parte del personale medico; tuttavia, tutto ciò che è stato comunicato è vero, ovvero che si osserva una sottile ripresa”, ha invece affermato il cardinale Gianfranco Ravasi, ex ‘ministro della Cultura’ del Vaticano.
Stefania Losito