Ha trascorsi italiani Abdesalem Lassoued, il 45enne tunisino che prima di essere ucciso dalla polizia, ha ucciso due svedesi a Bruxelles a colpi di kalashnikov. L’uomo era infatti sbarcato a Lampedusa nel 2011 e si era fatto notare da Digos ed intelligence come radicalizzato.
L’incendio divampato con l’attacco di Hamas in Israele si propaga dunque anche al di fuori del Medioriente. A porre l’accento sui pericoli per l’Europa è la premier Giorgia Meloni, la quale nella riunione con i membri del Consiglio dell’Unione ha ricordato agli altri leader che “dall’immigrazione illegale di massa possono sorgere anche gravi rischi per la sicurezza in Europa, quindi – ha detto – non possiamo più permetterci titubanze, ne va della sicurezza dei cittadini europei”.
Lupi solitari, cellule dormienti che si riattivano, infiltrazioni terroristiche tra i flussi migratori, processi di radicalizzazione on line, sermoni incendiari nelle moschee. I fronti da monitorare sono tanti ed alcuni – l’innesco di un singolo – molto difficili da prevenire. “Al momento – ha osservato il ministro dell’Interno Piantedosi – non risultano evidenze concrete e immediate di rischio terroristico per quanto riguarda l’Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione, in quanto la minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida e non sempre definibile”.
Il monitoraggio sui soggetti pericolosi presenti sul territorio nazionale è dunque attento e ha portato ieri all’arresto per terrorismo di due egiziani – di 44 e 49 anni – a Milano. I due, spiega la polizia, “erano estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis”, al quale uno aveva giurato fedeltà. Gli indagati versavano inoltre denaro a favore di nominativi in Yemen e Palestina, erano esperti nell’uso di armi, indottrinavano i figli minori e nelle chat sono state rintracciate anche minacce alla premier Giorgia Meloni.
Michela Lopez