Emergono dettagli sull’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto di Mario Lerario, l’ex capo della Protezione Civile pugliese. In una intercettazione, Lerario sostiene di aver usato una procedura che non esiste per adibire tre scuole ad hub vaccinali. Con gli imprenditori assegnatari degli appalti, inoltre, avrebbe concordato modalità e prezzi per la consegna del materiale. “Se stava un maresciallo ad ascoltare questa cosa sarebbe impazzito”, ha aggiunto Lerario. Nell’informativa depositata in Tribunale, compaiono le frasi pronunciate da Nicola Lorusso, il giornalista della Regione Puglia, indagato perché avrebbe rivelato a Lerario la presenza di cimici nel suo studio. Lorusso insinua che “negli investigatori c’e’ del
marcio”, e che le indagini vengano fatte in un certo modo “per tenere sotto scacco il sistema della pubblica amministrazione” e ottenere cosi’ in cambio “utilità” e per “fare carriera”. Un altro funzionario regionale indagato, Antonio Mercurio, dopo l’arresto di Lerario, commenta l’intera vicenda a ritroso: “Se era trasparente doveva dire ‘fate voi’… invece lui voleva sempre avere l’ultima parola sulle ditte”, afferma rivolgendosi a due colleghe.
La difesa ha rinunciato all’udienza programmata domani dinanzi al Tribunale del Riesame per chiederne la scarcerazione.
Michele Paldera