L’esercito israeliano ha aumentato le sue truppe di terra e intensificato le operazioni nella zona nord della Striscia di Gaza, dove sono stati colpiti oltre 450 obiettivi di Hamas. Tra questi, stando a quanto riferito dal portavoce militare israeliano, ci sono “centri di comando operativi, posti di osservazione e luoghi di lancio di missili anti-tank”. Nella giornata di oggi, ha aggiunto, saranno “ampliati” gli “sforzi umanitari a Gaza, guidati dall’Egitto e dagli Stati Uniti”. “Finora”, ha poi proseguito, “abbiamo informato le famiglie di 311 soldati caduti e quelle di 230 ostaggi. Le abbracciamo, continueremo a stare al loro fianco in ogni momento. Stiamo facendo il possibile per riportare gli ostaggi a casa. Questo è il nostro obiettivo finale. I soldati stanno combattendo sul campo in questo stesso momento per raggiungere questo obiettivo”.
Tensione, intanto, tra il premier israeliano Netanyahu e i vertici dell’intelligence e dell’esercito. In un post sui social il primo ministro aveva sostenuto di non essere stato avvertito dei piani di Hamas. Dopo aver cancellato il post iniziale, lo stesso Netanyahu su ‘X’ ha fatto marcia indietro. “Mi sono sbagliato”, ha spiegato, “Le cose che ho detto dopo la conferenza stampa non dovevano essere dette e mi scuso per questo. Sostengo pienamente tutti i capi dei servizi di sicurezza, così come il capo di Stato maggiore, i comandanti e i soldati dell’esercito che sono al fronte e combattono per il nostro Paese”.
Intanto, sul fronte umanitario, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha avvertito che “la situazione a Gaza sta diventando sempre più disperata di ora in ora”. Durante una visita a Kathmandu, capitale del Nepal, Guterres ha ribadito gli appelli disperati per un cessate il fuoco che ponga fine allo spargimento di sangue. “Mi rammarico”, ha aggiunto, “che invece di una pausa umanitaria estremamente necessaria, sostenuta dalla comunità internazionale, Israele abbia intensificato le sue operazioni militari”.
Una manifestazione a sostegno dell’offensiva di Hamas e Hezbollah contro Israele e in solidarietà con i palestinesi è invece in corso nel centro di Beirut, capitale del Libano. Il luogo del raduno è la centralissima Piazza dei Martiri, tradizionale sede di manifestazioni di massa e vicino al porto della capitale, distrutto da un’esplosione il 4 agosto 2020.
Vincenzo Murgolo