L’occupazione, da parte di Israele, dei territori palestinesi è “illegale”. Ad affermarlo è stata la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, con sede a L’Aja, nel suo “parere consultivo” alle richieste dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tel Aviv, si legge, ha l’obbligo di “porre fine alla sua presenza illegale nel territori palestinesi occupati il più rapidamente possibile, di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni e di risarcire i danni arrecati”.
“Il popolo ebraico non è conquistatore della propria terra, né nella nostra eterna capitale Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria”, ha replicato il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu. “Nessuna falsa decisione dell’Aja”, ha poi aggiunto, “distorcerà questa verità storica, così come non si può contestare la legalità dell’insediamento israeliano in tutti i territori della nostra patria”. I ministri di destra radicale del governo israeliano, Ben Gvir e Smotrich, chiedono invece “l’annessione” di larghe parti della Cisgiordania. Per il leader del partito centrista ‘Unità nazionale’, Benny Gantz, questo parere rappresenta “l’ennesima testimonianza di un’ingerenza esterna che non solo è controproducente per la sicurezza e la stabilità e trascura il massacro del 7 ottobre e il terrorismo in Giudea e Samaria, ma serve come un altro esempio di ‘giudizializzazione’ di un conflitto politico”.
Sull’altro fronte, la presidenza Abu Mazen ha definito il parere “una vittoria della giustizia”, chiedendo alla Comunità internazionale di “obbligare Israele, potenza occupante, a porre fine completamente e immediatamente alla sua occupazione e al suo progetto coloniale, senza restrizioni o condizioni”. Per Amnesty International “l’occupazione e l’annessione da parte di Israele dei territori palestinesi sono illegali”.
Intanto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, parlando all’Aspen Security Forum, ha sottolineato come i negoziati sul cessate il fuoco a Gaza siano vicini alla “linea d’arrivo”. “Siamo all’interno della linea delle ultime dieci yard, ma spesso sono le più difficili”, ha aggiunto.
Vincenzo Murgolo