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Istat: In quarantena italiani più creativi

Il lockdown ha stravolto la vita degli italiani e le abitudini quotidiane. L’impatto è stato importante sulla giornata e sul modo di trascorrere il tempo. Il primo effetto è stato quello di ripiegare sulle attività che potevano essere svolte in casa, ma senza rinunciare alla creatività. Il lockdown è stata l’occasione  per dedicarsi anche a quanto era stato rinviato nel tempo. A rilevarlo è L’Istat nel rapporto  ‘Fase 1: le giornate in casa durante il lockdown, 5 aprile-21 aprile 2020’.

La cura dei figli è stata indicata con più frequenza come l’attività a cui è stato dedicato più tempo:  ha occupato il 7,9% dei cittadini, con minime differenze tra uomini e donne. Questo dato riportato alla consente di evidenziare come questo tipo di attivita’ sia stato molto impegnativo in quanto svolto dall’85,9% della popolazione con figli tra 0 e 14 anni.

Passando a considerare le attivita’ di tempo libero, quella che ha coinvolto il maggior numero di cittadini riguarda l’uso dei mezzi e dispositivi (93,6%) che, nella fase 1, sono stati un indispensabile canale di aggiornamento sull’evoluzione della situazione oltre che di intrattenimento.
La Tv è stata  vista dal 92% dei cittadini, confermandosi come  la compagna di viaggio nei momenti piu’ difficili e per le categorie piu’ vulnerabili: i livelli i piu’ elevati si sono osservati tra la popolazione anziana di 65 anni e piu’ che, nella quasi totalita’ dei casi, ha fruito di questo mezzo di comunicazione (96,2% dei casi).

Quasi un italiano  su due (45,9%) ha dedicato piu’ tempo del solito alla tv. Sono soprattutto i giovani fino a 34 anni e le persone nelle classi di eta’ centrali ad avere visto la TV in misura maggiore rispetto al periodo precedente: 53,2% tra i 18 e i 34 anni e 50,1% tra i 35 e 54 anni.
Il 22% circa ha ascoltato la radio, con livelli piu’ elevati di ascolto tra le persone di eta’ compresa tra 55 e 64 anni (27,1%).
L’altra attivita’ di tempo libero piu’ praticata sono stati i contatti sociali, ovviamente tramite i canali consentiti.
Tre cittadini su quattro hanno curato le loro relazioni sociali come hanno potuto, in un momento in cui le visite e gli incontri a familiari e amici non erano consentiti. Il 62,9% ha sentito telefonicamente o tramite videochiamate i propri parenti: lo hanno fatto soprattutto le donne (68,4% rispetto al
57% degli uomini). Anche i rapporti con gli amici sono stati curati attraverso questi due canali: lo ha fatto un cittadino su due, senza significative differenze in base al genere.

Angela Tangorra

 
  Diretta

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