“L’amore può cambiare ma non muore”, diceva la Carrà. I fan cantano le sue canzoni al funerale e la ricordano con il sorriso e la sua forza
Quando si sceglie la persona con cui passare la vita bisognerebbe sceglierla pensando a come potrebbe comportarsi quella persona se un giorno ci si lascerà. Quando l’amore finisce, se si è fortunati, resta il rispetto, la stima, l’amicizia, la fiducia, in un certo senso quando l’amore finisce resta un amore che va oltre la relazione. Ce lo ha insegnato in questi giorni Sergio Japino, a fianco di Raffaella Carrà fino alla fine.
Japino, regista, ballerino, autore e coreografo, è stato compagno di Raffaella dal 1981 fino al 1997. Si conobbero sul set del programma “Millemilioni”, dopo che la Carrà aveva concluso la sua storia con Giani Boncompagni. In una intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, lui raccontò così il loro colpo di fulmine: “Facevo con lei un romantico passo a due per insegnarlo a un altro. Accadde lì: ci siamo guardati negli occhi ed è scoccata la scintilla”.
“L’amore può cambiare ma non muore” diceva lei commentando la fine della relazione ma la vicinanza con Japino. Lui le faceva eco dicendo: “Siamo legati nell’anima, più che fratelli, abbiamo lo stesso sangue. Una normale storia d’amore è molto piccola rispetto a quello che viviamo noi”. Japino e la Carrà non ebbero figli. Raccontò Raffaella: “Quando andai dal ginecologo per un controllo mi disse che era troppo tardi. E’ stato come sbattere la faccia contro un muro. Come se la vita, all’improvviso, mi avesse costretta a fare. Un bagno nella realtà”.
Sergio Japino le è stato acanto fino all’ultimo, è stato per lei accompagnatore fino alla fine e famiglia. E’ stato lui a prendersi cura di lei e ad accoglier Ele sue ultime volontà: quella di chiedere una bara di legno grezzo, di essere cremata, di far fare un passaggio delle sue ceneri a San Giovanni Rotondo perché molto devota di Padre Pio e si è occupato del suo funerale. La grande intelligenza di due persone che sono state insieme e che anche dopo la fine della storia hanno continuato a vivere anche fisicamente vicini: nello stesso palazzo di Raffaella abitavano sia Boncompagni che Japino. “L’amore può cambiare ma non muore”. Appunto.
Così come è profondo l’amore dei fan per Raffaella. Dopo lo sgomento per la notizia e l’incredulità, tutti scelgono di ricordarla con il sorriso e le sue canzoni. Così come ha detto Milly Carlucci dopo il rito funebre, così come hanno fatto i fan che hanno intonato le sue canzoni mentre il feretro usciva dalla chiesa. Un amore vero, fatto di rispetto e forza. Quella forza che Raffaella ha insegnato fino all’ultimo. Come ha ricordato ieri il capo struttura Rai Paolo De Andreis che per una vita ha lavorato con Raffaella Carrà: “Non voleva si sapesse della sua malattia e fino all’ultimo quando si chiedeva di lei faceva dire di essere fuori con i nipoti”.
Angela Tangorra