Il governo italiano aveva provato a portarla a Roma, ma i giudici inglesi si erano opposti
Indi Gregory è morta all’1:45 della notte scorsa in Inghilterra. Lo ha reso noto l’ex senatore leghista, Simone Pillon, che ha seguito l’iter giudiziario con cui la famiglia della bambina, affetta da una grave malattia genetica, ha cercato di portarla in Italia per ricoverarla al Bambin Gesù.
Nei giorni scorsi il governo aveva concesso alla piccola la cittadinanza italiana nella speranza di accelerare le procedure, ma i giudici britannici avevano stabilito che la vicenda era di competenza delle autorità inglesi.
Indi, di appena 8 mesi, era affetta da una patologia mitocondriale gravissima. Per i medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e per i giudici britannici la sua malattia era terminale e per questo era stato disposto il distacco dai principali dispositivi vitali, dopo una lunga battaglia giudiziaria ingaggiata dai genitori, Dean Gregory e Claire Staniforth.
Sabato la piccola era stata trasferita sotto scorta in un hospice locale, le era stata interrotta la ventilazione assistita ed era stata agganciata a strumenti alternativi e le erano stati somministrati farmaci palliativi per alleviarne le sofferenze.
“Io e Claire siamo arrabbiati, con il cuore spezzato e pieni di vergogna” ha dichiarato Dean, il papà di Indi. “Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva”. La bimba ha passato gli ultimi attimi di vita accanto alla mamma. “Claire l’ha tenuta con sé per i suoi ultimi respiri” ha fatto sapere Dean.
“Sono riusciti a prendersi il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendersi la sua anima. Hanno cercato di sbarazzarsi di Indi – ha detto il papà – senza che nessuno lo sapesse, ma noi ci siamo assicurati che fosse ricordata per sempre. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata”.
Gianvito Magistà