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L’addio a Schillaci, alfiere del calcio e operatore di bene. L’arcivescovo: “Come don Puglisi, ha dimostrato che Palermo può cambiare”

Migliaia le persone dentro e fuori la cattedrale per salutare l’eroe delle Notti Magiche

C’è una Palermo onesta, senza scorciatoie, una città “dei giovani che vogliono essere liberi e che può cambiare”. Ha accompagnato così il saluto a totò Schillaci l’arcivescovo della città, Corrado lorefice, durante i funerali in cattedrale. In migliaia erano assiepati fuori dalla chiesa, mille dentro. Totò Schillaci, campione nel calcio, eroe delle Notti magiche di Italia 90, idolo di migliaia di bambini, oltre confine, è morto mercoledì per un tumore al colon, dopo una lunga malattia. Cori da stadio e applausi, fortissima la partecipazione di tutti. Per il calciatore e per l’uomo, buono, timido, corretto, “che ha seminato e tracciato un percorso virtuoso di bellezza e libertà” – ha sottolineato l’arcivescovo Lorefice – come Pino Puglisi, che riposa in questa cattedrale, anche Totò Schillaci ci dice che questa città la possiamo e la dobbiamo cambiare. Di Totò ricordiamo il corpo proteso alla gioia, i suoi occhi, in quel 1990. Ma poi Schillaci ha continuato a donare il suo corpo perché gli altri avessero corpi liberi, è rimasto uno di noi, ha pensato la sua vita facendo memoria della sua origine, l’ha pensata come un dono, perché le nuove generazioni avessero uno sguardo bello, perché i giovani potessero essere liberi, contro chi invece li vuole schiavi. Voglio ringraziarlo per questa sua grande opera, voluta, consapevole, stare nella strada con i giovani, perché potessero conoscere la via del bene e della
libertà. Lo affidiamo alla misericordia di Dio. Gli diciamo addio, ci vedremo in Dio, nella pienezza vera della vita”.
Nell’omelia dei funerali, monsignor Filippo Sarullo, parroco della cattedrale si è rivolto a Schillaci, prossimo alla partita
dell’eternità: “Il Padre ti ha convocato per la partita del cuore, che non avrà mai fine, ti ha fatto entrare nella squadra
più bella del mondo, che si chiama Paradiso”. Molti hanno pianto e intonato cori da stadio e “Notti magiche”, di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, la storica colonna sonora di Italia 90.

Commossi gli ex compagni Gigi De Agostini e Beppe Bergomi, Gabriele Gravina e Antonio Matarrese, presidente ed ex presidente della Figc, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, una delegazione del Palermo calcio, guidata dal presidente Dario Mirri e da Francesco Di Mariano, attaccante rosanero e nipote di Schillaci. Bergomi: “Era un animo buono, con la maglia azzurra ha unito tutti, era un esempio positivo”.

Totò era nato nel Cep di Palermo, dove ancora oggi vivono il padre Mimmo, e alcuni tra fratelli e cugini. Da lì è partito il corteo funebre, passato anche dalla chiesa di San Giovanni Apostolo e dal centro sportivo di Schillaci, il Ribolla, dove c’erano anche gli studenti dell’istituto comprensivo “Giuliana Saladino”.

Stefania Losito

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