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Larve di mosca nelle vaschette di prosciutto crudo dei pazienti del Policlinico di Foggia: la direzione multa Ladisa. L’azienda replica:”Ricostruzioni fantasiose”

Due pazienti del reparto di malattie dell’apparato respiratorio del plesso D’Avanzo del Policlinico di Foggia hanno segnalato la presenza di due larve in due distinti piatti di prosciutto crudo che erano termo-sigillati. Lo comunica lo stesso Policlinico annunciando di aver disposto per l’azienda di ristorazione Ladisa una sanzione pecuniaria – come previsto dal contratto – invitandola a rafforzare le procedure di controllo nelle fasi di preparazione, allestimento e distribuzione dei pasti.
Dopo il ritrovamento delle larve, il 14 febbraio scorso, il coordinatore infermieristico ha subito informato la direzione
sanitaria che ha disposto una ispezione per acquisire i campioni. Contestualmente è stato contattato il referente
dell’azienda Ladisa. “Abbiamo portato il materiale – spiega il Giovanni Villone della direzione sanitaria – al laboratorio di Entomologia dell’Istituto zooprofilattico di Foggia. Lo stesso ha accertato che si trattava di larve di mosca al terzo stadio, compatibile con un intervallo di tempo di alcuni giorni dalla deposizione delle uova su una matrice organica idonea alla maturazione. Considerata la natura del parassita e che non vi sono stati passaggi intermedi di manipolazione, fra la preparazione e l’apertura, è altamente plausibile che la contaminazione sia avvenuta all’interno del centro di produzione” a Cerignola, in provincia di Foggia.
“L’attività di controllo e vigilanza sulla corretta esecuzione dei contratti – sottolinea il direttore generale del Policlinico Giuseppe Pasqualone – è costante a partire dalla ristorazione. Tutti i servizi affidati a operatori esterni devono rispondere a criteri di qualità, a beneficio degli utenti del Policlinico”.

In una nota, la Ladisa ha parlato di ricostruzioni fantasiose. “Appare strano che si parli ben 14 giorni dopo di un
piatto assegnato ad un posto letto non occupato da paziente, eppure richiesto dal personale ospedaliero. Il piatto contestato è stato però aperto da qualcuno (non già da un degente), e nessuna contestazione è stata rappresentata nell’immediato a questa azienda che ha sul posto un presidio attivo e presente per la somministrazione”.

Stefania Losito

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