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“Le ragazze stanno bene?” il report di Save the Children e le adolescenti che piangono più dei coetanei maschi

Quasi il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi, il 64% che siano maggiormente in grado di esprimere le proprie emozioni, il 50% di prendersi cura in modo più attento delle
persone. Il 39% degli adolescenti (maschi e femmine) ritiene che le ragazze siano più inclini a sacrificarsi per il bene della relazione, la percentuale sale al 51% proprio tra le ragazze.
Sono alcune dei dati dell’indagine inedita di Save The Children sulla violenza di genere in adolescenza realizzata in
collaborazione con Ipsos e la campagna social #chiamalaviolenza nel rapporto “Le ragazze stanno bene?
Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, pubblicato alla vigilia di San Valentino. Dal report emerge che nel caso in cui si dovesse subire una violenza fisica da parte del/la proprio/a partner la prima persona con cui se ne parlerebbe è la mamma (60% tra chi ne parlerebbe con qualcuno), poi il papà (43%) e le forze dell’ordine (26%). A seguire gli amici e le amiche, le sorelle e fratelli, il personale scolastico e i numeri di aiuto. Lo stesso ordine di priorità si riscontra quando si chiede a chi ci si rivolgerebbe se si fosse spettatori di un episodio di violenza fisica che vede coinvolta una persona conosciuta aggredita dal/la partner. L’82% degli adolescenti è sicuro che ne parlerebbe con altri, a fronte di un 8% che probabilmente o sicuramente non ne parlerebbe e del restante 8% che si dichiara incerto.

Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore. Per il 21% condividere la password dei social e dei dispositivi con il partner è una prova d’amore. Il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto.

Più di un adolescente su due (il 52%) in coppia dichiara di aver subìto, almeno una volta, comportamenti lesivi o violenti, quali essere chiamato con insistenza al telefono per sapere dove ci si trovava (34%); essere oggetto di un linguaggio violento, con grida e insulti (29%); essere ricattati per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%); ricevere con insistenza la richiesta di foto intime (20%), essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti, 19%); condividere foto intime con altri senza consenso (15%). In questo caso, è il 47% a
dichiarare di avere, almeno una volta, agito questi comportamenti nei confronti del/lla partner. 

Stefania Losito

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