
E’ la prima udienza generale di Papa Leone XIV. E comincia solo dopo il giro in papamobile, con la folla festante, la benedizione dei bambini che gli vengono avvicinati e il saluto ai fedeli, presenti in piazza San Pietro con bandiere e striscioni. Poi esordisce con un ringraziamento a tutti per essere in quella piazza e commenta la parabola del seminatore citando Van Gogh: “Ho in mente quel bellissimo dipinto di Van Gogh: ‘Il seminatore al tramonto’. Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente – ha commentato il Pontefice – mi parla anche della fatica del contadino. E mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh ha rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così. Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante. È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme”, ha sottolineato Leone XIV. Proseguendo le catechesi sulla speranza che erano state avviate da Papa Francesco nell’anno del Giubileo. “Noi siamo abituati a calcolare le cose – e a volte è necessario – ma questo non vale nell’amore. Il modo in cui questo seminatore ‘sprecone’ getta il seme – dice il Pontefice – è un’immagine del modo in cui Dio ci ama. È vero infatti che il destino del seme dipende anche dal modo in cui il terreno lo accoglie e dalla situazione in cui si trova, ma anzitutto in questa parabola Gesù ci dice che Dio getta il seme della sua parola su ogni tipo di terreno, cioè in qualunque nostra situazione: a volte siamo più superficiali e distratti, a volte ci lasciamo prendere dall’entusiasmo, a volte siamo oppressi dalle preoccupazioni della vita, ma ci sono anche i momenti in cui siamo disponibili e accoglienti”.
Papa Leone sottolinea che “Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca. Egli ci ama così: non aspetta che diventiamo il terreno migliore, ci dona sempre generosamente la sua parola. Forse proprio vedendo che Lui si fida di noi, nascerà in noi il desiderio di essere un terreno migliore. Questa è la speranza, fondata sulla roccia della generosità e della misericordia di Dio”. “Questa parabola – conclude il Pontefice – ci dice che Dio è pronto a ‘sprecare’ per noi e che Gesù è disposto a morire per trasformare la nostra vita”.
Prima di terminare l’udienza, Papa Leone XIV fa un appello accorato: “E’ sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza – dice – rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”.
“Non possiamo concludere questo nostro incontro senza ricordare con tanta gratitudine l’amato Papa Francesco, che proprio un mese fa è tornato alla casa del Padre”, è il commiato della prima udienza generale del pontefice.
Stefania Losito