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Lo scrittore indiano Rushdie è attaccato al respiratore e rischia di perdere un occhio. Solidarietà dalla politica e dal mondo della letteratura

Lo scrittore indiano Salman Rushdie è in gravi condizioni. E’ attaccato a un respiratore e non può parlare. E’ quasi certo che perderà anche la vista a un occhio, ha i nervi di un braccio recisi e il fegato danneggiato. Lo scrittore è stato accoltellato durante un festival letterario nello Stato di New York, ieri mattina. Secondo quanto riferito dal suo agente, l’autore dei “Versi satanici”, che dal 1989 viveva sotto scorta perché destinatario di una fatwa (una condanna, ndr) dell’ayatollah Khomeini, che per le sue allusioni lo giudicò blasfemo verso l’Islam, è subito sottoposto ad una lunga operazione. Il moderatore dell’incontro, anche lui rimasto ferito, e’ gia’ stato dimesso. Fermato l’autore dell’agguato, un 24enne del New Jersey. Sconosciuto il movente. L’attacco e’ avvenuto alle 10.45 ora locale (le 16.45 in Italia), poco dopo che Rushdie era salito sul palco del Chautauqua Institution, a un centinaio di chilometri da Buffalo, per tenere una conferenza. Hadi Matar, che secondo il racconto dei testimoni indossava una mascherina nera si è alzato dalla
platea, e’ saltato sul palco e si e’ avventato sullo scrittore colpendolo “al collo e almeno una volta all’addome”, secondo la ricostruzione della polizia. Colpito anche il moderatore della conferenza ma non in modo grave. “Tutto si è svolto in una manciata di secondi”, ha detto un testimone che era seduto tra il pubblico. “Era coperto di sangue, colava sul pavimento”, ha raccontato. “Ho visto del sangue intorno ai suoi occhi e colargli giù per la guancia”. Lo scrittore e’ stato soccorso subito da un medico presente in sala e poi è stato trasportato in elicottero in ospedale dove ha subito un intervento di diverse ore.

Rushdie è da sempre nel mirino dei fondamentalisti e dell’ayatollah Khomeini che l’anno dopo la pubblicazione del famoso libro offrì una taglia di 3 milioni di dollari come ricompensa per la sua morte. Il governo iraniano, in maniera ambigua nel 1998 aveva affermato che non avrebbe più sostenuto la fatwa, ma molte organizzazioni iraniane hanno invece continuato a raccogliere fondi per una ‘taglia’ sulla sua testa, da aggiungere ai circa 3 milioni di dollari originariamente offerti da Khomeini nel 1989 per la sua esecuzione. L’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema iraniana, ha infatti rinnovato la fatwa nel 2017, e nel 2019, in occasione del ‘trentennale’, via Twitter ha scritto: “Il verdetto dell’Imam Khomeini riguardo a Salman Rushdie si basa su versi divini e, proprio come i versi divini, è solido e irrevocabile”.

Solidarieta’ all’autore è stata espressa da tutto il mondo politico e da quello letterario. Stephen King si è augurato che
Rushdie “stia bene”, mentre J.K. Rowling ha definito l’attacco “una notizia orribile”. “Sto molto male, speriamo che stia
bene”, ha scritto su Twitter l’autrice della saga di Harry Potter.

Intanto, in assenza di reazioni ufficiali dalle autorità iraniane, l’agenzia Fars pubblica intanto un editoriale, augurandosi che Rushdie “tiri le cuoia”.

Stefania Losito

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