Sale a 91 articoli, rispetto alle prime anticipazioni dell’indice circolate, la legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei ministri del governo Meloni che sarà inviata in Parlamento entro la fine della settimana. Nel testo compaiono i macro capitoli su sanità, pensioni, Pubblica amministrazione, famiglia e revisione della spesa.
Confermato per il 2024 il taglio del cuneo contributivo di 6 punti per i redditi fino a 35.000 euro che sale a 7 punti per i redditi fino 25.000 euro. La norma prevede che “in via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, per i rapporti di lavoro dipendente è riconosciuto un esonero, senza effetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 6 punti percentuali a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima”.
Arriva Quota 104 ‘penalizzata’ per la pensione anticipata con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi: secondo la bozza della manovra chi deciderà di accedere alla pensione con questo strumento avrà una riduzione dell’importo relativo alla quota retributiva legato all’età di uscita. Le donne lavoratrici che hanno raggiunto almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedere alla pensione con Opzione donna purché abbiano compiuto 61 anni, requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due.
Tra gli altri punti, previsto uno sgravio contributivo al “100%” fino comunque a un “massimo di 3000 euro annui”, senza limiti di reddito, quindi per tutte le lavoratrici madri a esclusione del “lavoro domestico”. Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli: per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo, per chi ne ha tre lo sconto sui contributi dura più a lungo, fino ai 18 anni del figlio più piccolo.
Previsto anche adeguamento pieno all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese.
Sul fronte migranti, in arrivo 200 milioni di euro per finanziare il fondo per l’accoglienza che va a sostegno anche dei comuni coinvolti e a favore dei minori non accompagnati.
Infine sforbiciata ai conti degli enti locali per contribuire alla spending review: secondo quanto si legge nella bozza della manovra le Regioni sono chiamate a un taglio da 350 milioni l’anno (escluse le voci diritti sociali e salute), i sindaci dovranno ridurre le spese dei comuni di 200 milioni l’anno mentre le province di 50 milioni.
Michela Lopez