Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile e da ieri sera non è più alimentato. Arriva la parola fine sulla storia del boss latitante per 30 anni, arrestato il 16 gennaio mentre andava in clinica a Palermo per sottoporsi alla chemioterapia.
Dopo l’arresto il capomafia di Castelvetrano è stato portato nel supercarcere de L’Aquila dove è stato sottoposto alle cure per il cancro al colon scoperto a fine 2020. Seguito dall’equipe dell’Oncologia dell’ospedale de L’Aquila, curato in
cella, dove è stata allestita per lui una sorta di infermeria. Dopo due interventi, un mese fa la situazione è precipitata e ne è stato disposto il ricovero nel reparto detenuti del nosocomio.
Negli ultimi giorni, visto il peggiorare delle condizioni il capomafia è stato prima sottoposto alla terapia del dolore, poi
sedato. Le visite dei pochi familiari ammessi le scorse settimane sono state sospese. Messina Denaro, però, ha potuto
riconoscere la figlia Lorenza Alagna, avuta durante la latitanza e le ha dato il suo cognome.
Dall’arresto il boss è stato interrogato più volte dai pm di Palermo precisando, fin dal primo incontro, che non avrebbe mai collaborato con la giustizia. Con sè porterà tanti segreti che avrebbero scoperchiato un vaso di Pandora di rapporti con la mafia.
Nel testamento avrebbe manifestato la volontà di non subire accanimento terapeutico. Al capezzale la nipote e legale Lorenza Guttadauria e la figlia Lorenza, riconosciuta recentemente.
Stefania Losito