L’oncologo avrebbe preteso 130mila euro e lavori nella sua villa
Non pretendeva solo tanti soldi (900 euro per ogni dose di un presunto farmaco miracoloso e dispensato dal servizi sanitario nazionale oltre che dai 400 a 700 euro a visita) ma persino pesanti lavori di ristrutturazione nella sua villa di Palese. Senza mostrare “nessuna pietà per un malato terminale”. Sono pesantissime le accuse che la procura di Bari rivolge al dottor Giuseppe Rizzi, oncologo già in servizio all’istituto Tumori del capoluogo, arrestato questa mattina dai carabinieri per concussione. Secondo quanto emerge dalle 100 pagine dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Anglana, il medico si sarebbe fatto pagare in circa due anni una cifra vicina ai 130mila euro dal paziente, Ottavio Gaggiotti, morto per cancro nel febbraio 2020. A far scoprire la vicenda è stata la denuncia presentata dal figlio della vittima, che ha consegnato ai carabinieri una pen drive con messaggi chat e video degli incontri durante i quali veniva consegnato il denaro. Secondo quanto emerge, nel momento in cui Gaggiotti, ex dipendente di banca originario di Foggia, non ha potuto più pagare, il medico avrebbe preteso lavori edili. Pur essendo particolarmente debole, Gaggiotti non si sarebbe sottratto e anzi avrebbe chiesto aiuto ad amici artigiani che hanno prestato la loro opera senza compenso. “Il povero Ottavio – ha raccontato un operaio agli inquirenti – , che fisicamente era davvero molto deperito, ad un certo punto prese un martello e inizio’ a demolire con fatica le piastrelle da un muro. Resomi subito conto della sofferenza fisica, lo fermai, gli dissi di sedersi e riposarsi al fresco”.
Rizzi era stato licenziato dall’Istituto tumori di Bari nello scorso marzo, per motivi disciplinari, proprio quando erano iniziati ad emergere i sospetti sul suo comportamento. Oltre al medico è stata arrestata anche la compagna, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, che sarebbe stata a conoscenza di tutto. Oltre alla misura cautelare nei confronti di Rizzi
i carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente del valore di 136 mila euro. In sede di
perquisizione, nella sua abitazione, i militari hanno trovato reperti archeologici e denaro contante per oltre 1,9 milioni di
euro, nascosto in buste e scatole per calzature.
Mauro Denigris