Le prime indagini condotte sulla strage provocata ieri dai raid israeliani su Rafah hanno mostrato che il blitz, diretto a colpire alcuni comandanti di Hamas, ha innescato un incendio che può aver ucciso i civili palestinesi. A dichiararlo è stato il portavoce del governo israeliano, Avi Hyman. Il numero dei morti, secondo quanto riferito dal ministero della Sanità di Hamas, è salito a 45.
Il raid ha suscitato intanto l’indignazione della comunità internazionale. “Queste operazioni devono cessare”, ha scritto su X il presidente francese, Emmanuel Macron, aggiungendo che “non ci sono zone sicure a Rafah per i civili palestinesi. Mi appello al rispetto del diritto internazionale e al cessate il fuoco immediato”. “Sono inorridito dalle notizie che arrivano su Rafah dagli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati, tra cui bambini piccoli. Condanno questo fatto con la massima fermezza”, ha scritto sempre su X l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell. “Questi attacchi devono cessare immediatamente”, ha aggiunto, “Gli ordini della Corte internazionale di giustizia e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti”.
In una nota, poco dopo il raid, Hamas aveva invitato i palestinesi a “insorgere e marciare” contro il “massacro” compiuto dall’esercito israeliano a Rafah, nell’estremo sud di Gaza. “Faremo di tutto affinché questi barbari vengano ritenuti responsabili” davanti alla giustizia per i “crimini” che hanno commesso, ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, citando il premier israeliano Netanyahu e il suo governo e criticandoli per l’attacco contro Rafah che, a suo dire, “rivela il volto sanguinoso” del primo ministro israeliano.
Vincenzo Murgolo