“Io non mi farò mai pentito”. Lo ha dichiarato il boss Matteo Messina Denaro nell’interrogatorio davanti al procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, e all’aggiunto Paolo Guido, il cui contenuto è stato depositato oggi. Il boss ha negato di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga, pur ammettendo di aver avuto una corrispondenza con il capomafia Bernardo Provenzano. Messina Denaro ha poi negato di aver ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, rapito e sciolto nell’acido nel 1996. “Con l’omicidio del bambino non c’entro”, ha dichiarato il boss ai magistrati. “Voi mi avete preso per la mia malattia”, ha poi affermato Messina Denaro, raccontando che fin quando ha potuto ha vissuto rinunciando alla tecnologia, sapendo che sarebbe stato un punto debole, ma poi ha dovuto cedere. “Io”, ha poi ribadito, “mi sento uomo d’onore, ma non come mafioso. Cosa Nostra la conosco dai giornali”.
Intanto, però, le condizioni di salute di Messina Denaro sono peggiorate ed è stato trasferito dal supercarcere dell’Aquila, dove è detenuto al 41-bis, all’ospedale “San Salvatore”. Attualmente si trova nel reparto di chirurgia con imponenti misure di sicurezza. L’ex latitante, affetto da un cancro, è dal giorno dell’arresto in cura all’interno del penitenziario, dove è stata allestita per lui una stanza per la chemioterapia. Nelle scorse settimane aveva subìto un piccolo intervento per problemi urologici, ma era poi rientrato in carcere in giornata. Poche ore prima del trasferimento in ospedale il suo legale, l’avvocato Alessandro Cerella, aveva ammesso che le sue condizioni erano “peggiorate e non più compatibili con il carcere duro”. “Deve essere assistito 24 ore al giorno”, aveva aggiunto Cerella annunciando la presentazione di un’istanza di ricovero ospedaliero.
Vincenzo Murgolo