Il 12 maggio 1995 Mia Martini morì sola, in una casa a cardano al Campo, vicino Busto Arsizio. Lì si era trasferita da poco per stare vicino al padre.
Il corpo di Mia venne ritrovato due giorni dopo la morte. Nessuno se ne era accorto e Mia scomparve in silenzio.
Fu trovata distesa sul letto con alle orecchie le cuffie per ascoltare Luna Rossa, canzone per cui stava preparando una nuova versione per il festival di Napoli.
La diagnosi del medico legale fu “arresto cardiaco”.
Il successo di MIa, sorella di Loredana Bertè, esplose negli anni 70 quando cantò successi come piccolo uomo e minuetto con cui vinse il festivalbar del 1972 e 73
i premi vinti la portarono all’estero, dal Giappone alla francia dove all’Olympia cantò con Charles Aznavour.
Negli anni 80 regala al pubblico il successo di “E non finisce mica il cielo” scritta da Ivano Fossati, il grande amore della sua vita.
Seguì una pausa e i concerti in giro per l’italia. Una sera in un incidente stradale morì uno dei componenti della sua band e da quel momento cominciarono a circolare voci che dicevano che la cantante portasse sfortuna.
La disperazione la assalì quando si trovò fuori da quel mondo a cui tanto aveva dato.
Seguirono lunghi anni di silenzio in cui Mia vide chiudersi le porte del festival di Sanremo quando la canzone scritta per lei da Paolo Conte fu scartata.
Sul palco dell’ariston tornò nel 1989 con “Almeno tu nell’universo”, canzone che era rimasta nel cassetto per venti anni.
A scortarla nella sua avventura sanremese c’erano Bruno Lauzi, autore del testo, Adriano Celentano seduto in prima fila e Renato Zero, amico di sempre.
Mimì rinasce e torna al festival gli anni seguenti: nel 1990 con “la nevicata del 56” e nel 1992 con gli uomini non cambiano.
Sembrava tornata alla vita fino al 14 maggio 1995 quando fu ritrovato il suo corpo. Il giorno della scomparsa aveva chiamato più volte la sorella senza ricevere risposta.
Angela Tangorra