Ha fatto tutto da sola Rosa Vespa, la cinquantunenne fermata dalla Squadra mobile di Cosenza la sera di martedì scorso con l’accusa di avere sequestrato nel tardo pomeriggio dello stesso giorno una neonata sottraendola con uno stratagemma alla madre nella clinica “Sacro cuore”. É la convinzione della Gip, Claudia Pingitore, che, su conforme parere del sostituto procuratore della Repubblica, Antonio Bruno Tridico, ha disposto la scarcerazione del marito della donna, Moses Omogo Chidiebere, di 43 anni, senegalese, che era stato fermato insieme a lei nel momento del ritrovamento della piccola Sofia nell’appartamento della coppia a Castrolibero, centro limitrofo a Cosenza. Lo ha confermato anche la donna nel suo interrogatorio: Rosa Vespa avrebbe, in sostanza, ideato e messo in atto in modo del tutto autonomo il sequestro di Sofia, ingannando tutti, parenti, amici e persino il marito, che sarebbe stato davvero
convinto della gravidanza della moglie. L’interrogatorio è stato costellato di “non ricordo” e di pianti, ma su una cosa è stata sicura: non ha mai voluto fare del male alla piccola Sofia. La 51enne, assieme a uno dei suoi legali, l’avvocato Teresa Gallucci (che la difende con il collega Gianluca Garritano) ha risposto a tutte le domande del gip Claudia Pingitore e del pm Antonio Bruno Tridico. La donna ha spiegato di aver raccontato per nove mesi di essere incinta e che da una bugia ne derivavano tante altre da cui non riusciva più a uscirne. Ci sono stati dei momenti – ha detto la donna – in cui ha provato a dire la verità ai suoi familiari e a suo marito, ma non ci e’ mai riuscita. Così ha dovuto mentire fino a comprare tutti gli oggetti per la nascita di un bimbo e ha dovuto dire al marito che quel 21 gennaio il piccolo Ansel finalmente sarebbe tornato nella sua casa di Castrolibero, a pochi chilometri da Cosenza. L’8 gennaio sul suo profilo Facebook, Rosa aveva scritto che il suo miracolo si era avverato e che il piccolo Ansel era nato pubblicando la foto di una manina. Rosa, oggi, al giudice ha detto di non aver mai partorito e di non aver mai abortito, ma ha ricostruito altri momenti un po’ dolorosi della sua vita. Durante l’udienza di convalida del fermo, Rosa Vespa ha ribadito
di aver fatto tutto da sola e che il marito Acqua Moses, 43enne originario del Senegal, era all’oscuro di tutto e sarebbe caduto nel tranello di bugie della moglie.
“Il mio assistito – ha detto l’avvocato Gianluca Garritano, difensore del senegalese – è stato creduto totalmente dai magistrati perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto
che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie. Rosa Vespa aveva un pancione credibile che la faceva sembrare incinta ed ha mostrato al marito anche una lettera di dimissioni dalla clinica che l’uomo ha ritenuto fosse vera”.
Restano molti, comunque, i punti da chiarire nella dinamica dei fatti. Uno dei quali riguarda, senz’altro, le varie fasi in
cui si é concretizzato il sequestro di Sofia. Già il fatto stesso che Rosa Vespa abbia potuto entrare indisturbata nella
clinica, munita di un ovetto, e ne sia poi uscita insieme al marito, ha dell’inverosimile. Nessuno del personale della
clinica ha chiesto conto alla donna, e tanto meno al marito, di cosa stessero facendo all’interno della struttura. Ed il fatto é ancora più grave se si pensa che se qualcuno avesse fermato la donna e le avesse chiesto cosa ci faceva nella clinica, anche il marito di Vespa avrebbe scoperto l’inganno e tutto si sarebbe risolto molto prima. Il caso ha voluto, per fortuna, che Moses si sia recato nella clinica insieme alla moglie con la sua auto, a dimostrazione ulteriore della sua buonafede. Le immagini della vettura riprese dalle telecamere della clinica, ed in particolare della targa, hanno consentito di individuare nel giro di poche ore l’abitazione in cui era stata portata la piccola Sofia, interrompendo la festa per l’arrivo del “nuovo arrivato”, spacciato appunto per un maschietto perché come tale era stato annunciato, che era stata organizzata, alla presenza di parenti e amici della coppia.
Stefania Losito