“Mia figlia non tornerà più e nessuna sentenza potrà restituirmela, ma oggi finalmente è stata fatta giustizia”. E’ il commento a caldo di Lilian Baldo, la madre di Bruna Bovino, l’estetista italo-brasiliana uccisa nel 2013 a Mola di Bari, dopo la sentenza d’appello bis che ha condannato per l’omicidio a 26 anni e 6 mesi di reclusione l’ex amante della figlia, Antonio Colamonico. la donna è anche fiduciosa che, la Cassazione, se la sentenza dovesse essere impugnata, confermerà la condanna. Per la mamma di Bruna, “lui era l’unico, non c’erano altri indiziati, non poteva essere stato un altro e adesso lo hanno confermato i giudici. Mi batterò fino a quando sarò viva perché mia figlia abbia giustizia, per lei e per i suoi figli”. In aula, prima che i giudici si ritirassero per qualche ora in Camera di consiglio per la decisione, Lilian si era inginocchiata dinanzi a loro, facendo il segno della croce. In attesa della lettura della sentenza, la donna si è inginocchiata davanti alla Corte, prima che entrassero i giudici, e ha fatto un segno della croce. Poi, dopo la lettura della sentenza, ha urlato “assassino” rivolgendosi al condannato. In primo grado, nel luglio 2015, Colamonico era stato condannato a 25 anni di reclusione. In appello, nel novembre 2018, era stato assolto e oggi, dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione, un nuovo collegio della Corte di Assise di Appello ha ribaltato la sentenza dichiarandolo colpevole di omicidio volontario e incendio doloso, senza il riconoscimento della continuazione tra i due reati. A incastrare Colamonico anche la dichiarazione di un suo ex compagno di cella, Domenico Rana, 25enne aspirante collaboratore di giustizia. Aveva dichiarato di aver raccolto in carcere la confessione di Antonio Colamonico sull’omicidio della ex amante, ma a giugno ha ritrattato tutto.
Il corpo della 29enne, il 12 dicembre 2013, fu trovato semicarbonizzato sul pavimento del suo centro estetico dopo essere stata uccisa con 20 colpi di forbici e strangolata.
Stefania Losito