Musica sotto scorta dopo la strage del 13 novembre a Parigi, dove uno dei luoghi prescelti dai terroristi per la loro mattanza è stato il locale Bataclan durante un concerto. Se a Bruxelles tutte le manifestazioni pubbliche sono state sospese, altrove in Europa sono scattati controlli severissimi sugli spettatori. In Italia , a Bari, carabinieri polizia e guardia di finanza hanno controllato con metal detector manuali e perquisizioni fisiche gli spettatori all’ingresso del Palaflorio dove si sono esibiti i Negramaro. All’opera anche quattro cani poliziotto. Controllati anche zaini e bevande. A Milano, al Teatro degli Arcimboldi, lo schieramento di forze dell’ordine e i controlli sono stati raddoppiati per il concerto di Bob Dylan.
Il mondo della musica continua la sua attività con il pensiero rivolto a Parigi. Umbria Jazz ha invitato cantanti professionisti e non a inviare una propria versione di “I love Paris” di Cole Porter. Hanno risposto tra gli altri: Danilo Rea, Franco Cerri, Paolo Fresu, Enrico Rava e Francesco Diodati, Giovanni Guidi e Joe Rehmer. Non manca chi sfoga la sua rabbia con le parole: “Se non fossi un cantante, prenderei un’arma e andrei a combattere contro l’Isis”, ha detto il rocker 72enne francese Johnny Halladay, che ha dovuto annullare un concerto a Bruxelles per l’allarme terrorismo.
Maurizio Angelillo